Il cervo, simbologia e tradizioni
Maestoso e pieno di dignità il cervo è uno degli animali tanto pacifici quanto selvaggi. Si dice sia il guardiano della foresta e che sia guida per coloro che vi entrano con rispetto e voglia di apprendere i misteri dei regni naturali.
Il cervo osserva, attende e poi in un balzo scatta via con tutta la sua grazia e la sua estrema resistenza. Ci mostra come sia possibile per un animale preda, preservare la sua vita con la sola presenza.
Ha il suo modo regale e sicuro di camminare e di tenere alta la testa nonostante il peso che porta ed è infatti legato all’equilibrio e alla dignità. Non a caso, Cernunnos, signore delle foreste è rappresentato con le corna di cervo, simbolo di regalità e di appartenenza alla natura, ma anche di fertilità e coraggio. Nella caccia sacra del mondo celtico, era il cervo che doveva essere ucciso, per poter dimostrare l’audacia di un nuovo guerriero, munito solo di arco.
E’ un animale molto indipendente e forte, è pronto a difendersi se attaccato ed è una preda difficile da raggiungere.
E’ per lo più pacifico, gira con il branco dei maschi fino a che non sente il richiamo della femmina, per la quale si batte con molta aggressività. Nella medicina nativa il Cervo è infatti un valido aiutante per portare fuori il nostro coraggio e la forza necessaria a raggiungere i nostri obiettivi con equilibrio, senza che il nostro ego prenda il sopravvento.
Le sue corna erano onorate come simbolo sacro e legato al selvaggio. Il loro ciclo infatti, è legato alla natura, in quanto in estate crescono fino a raggiungere la piena maturità in autunno, quando avviene l’accoppiamento. Prima della nascita dei piccoli a febbraio, proprio in prossimità dell’inizio della primavera naturale di Imbolc, i maschi hanno perso le loro vecchie corna e attendono la loro veloce ricrescita per riprendere le battaglie tra maschi e assicurarsi il proseguimento della propria stirpe.
Per molto tempo, durante le cerimonie sacre, gli sciamani indossavano un copricapo con corna di cervo, tradizione che affonda le sue origini nel Mesolitico, a cui risalgono alcuni costumi da indossare per assumere le sembianze di questo animale grazie ad asole e cuciture che tenevano insieme le varie parti e permettevano di essere indossati facilmente. Questa tradizione la ritroviamo anche tra i Pueblo che indossavano le corna durante la Danza del Cervo.
“Sono il cervo dalle corna sette volte ramificate”
The song of Amergin
L’aspetto delle corna è sicuramente quello più venerato in questo animale.
Che dire del Calderone di Gunderstrup? Un manufatto celtico ritrovato in Danimarca, che raffigura Cernunnos, lo sciamano con il copricapo di corna. Era un’usanza talmente diffusa, quella di indossare corna di cervo, che Sant’Agostino nel VII secolo si sentì in dovere di esprimersi per reprimere “la più degradata delle abitudini, vestirsi come un cervo.”
Non dimentichiamo che il Dio cornuto dell’Antico culto, fu venerato sotto forma di cervo fin dalla preistoria, quando grazie ai dipinti rupestri, gli antropologi scoprirono che lo sciamano, durante le cerimonie sacre, utilizzava pelli, zoccoli e corna di cervo per simboleggiare la divinità tra gli uomini. Questa figura rimase anche nella stregoneria medievale, quando il Signore dei Boschi era raffigurato da un animale cornuto, circondato dalle sue streghe.
Anche tra i Nativi dell’America infatti ci sono molte storie e simbologie su queste parti sacre del cervo. Si ha notizia che le sue corna erano appese nel tempio degli Huichol, in Messico ed erano il mezzo con cui lo sciamano comunicava con gli Dei. Il cervo era infatti, insieme al peyote e al mais, uno degli elementi sacri nelle loro cerimonie.
Nella loro cultura, questo animale è stato il primo ad apparire sulla Terra e a nutrire antenati e Dei, ed ecco perché ha con loro un così stretto rapporto che ritroviamo anche nella cultura druidica. Gli antichi sapienti ci tramandano la figura del cervo come un animale che
collega il nostro mondo con quello degli antenati, ed è infatti onorato nella festa di Samhain. E’ un animale di confine, tra le strade e il bosco, tra il giorno e la notte. La sua capacità di collegarci con gli antenati lo rende un animale legato alla fine agli inizi ma anche al mondo del Sogno.
Nella simbologia arboricola infatti è associato alla betulla, pianta legata alla nascita e agli inizi, ma anche al viaggio dello sciamano che si collega con gli altri Mondi.
Con lei condivide anche la simbologia lunare, in quanto le corna, riprendono la forma dell’arco della signora del cielo, simbolo del ciclo della natura, della magia, dei luoghi selvaggi. A tal proposito dobbiamo ricordare la simbologia della cerca bianca, spesso associata alla Grande Madre, riconosciuta come incarnazione del sacro, che si manifestava a coloro che erano scelti per intraprendere il percorso sciamanico.
In quanto animale sacro, dopo la sua cattura ogni parte del suo corpo veniva utilizzata con rispetto, facendo sonagli con gli zoccoli e vestiti con le pelli.
Un animale dai molti poteri, venerato con preghiere e canti di caccia per onorare la sua anima una volta morto.
Se dovessi incontrarne uno,potresti sentire il desiderio di inchinarti al re della foresta..
*Bibliografia
I nativi americani. Miti e leggende
L’oracolo dei Druidi
La ruota di medicina
Appunti miei