Inquisizione: l’oppressione delle donne streghe.
In questo articolo affrontiamo il tema più conosciuto sulla sottomissione e il tentativo di soppressione del potere femminile: le pratiche inquisitorie ai danni delle Streghe.
Chi sono le streghe?
Per capire i motivi che dettero il via alla “caccia alla streghe” dobbiamo chiarire che cosa sia stata una strega, nella realtà. QUI trovi un articolo che riassume alcuni concetti di cui abbiamo parlato nel cerchio di studio “About Witches”.
La Strega nella sua forma divina viene spesso associata ad una Dea o ad una fata. E’ infatti una donna di magia, che richiama nell’animo umano, i poteri di chi può e conosce tutto. Inoltre viene spesso associato alla strega il potere di guarire attraverso la sua arte e le sue conoscenze.
La strega se la ascolti bene che cosa è se non una donna comune che si sente parte della Natura e che dalla Natura trae il suo sapere, osservandola e comprendendone le leggi?
C’era un tempo in cui queste donne erano considerate matrici divine, portatrici di un messaggio di equilibrio e amore verso tutto ciò che esisteva. Erano mediatrici di conflitti e portatrici di messaggi benefici. Dalla loro sensibilità verso la Natura si sono sviluppate le pratiche di divinizzazione delle foreste e degli alberi, come ad esempio in Germania dove chi staccava cortecce ad alberi vivi veniva punito.
Ma facciamo un passo indietro…
L’idea che abbiamo oggi delle Streghe si basa in pratica sui documenti del XVII e XVIII secolo quando la Chiesa era impegnata a distruggere tutte le forme di paganesimo aiutata da coloro che svolgevano la professione medica e che avevano individuato nelle streghe, delle rivali molto pericolose per la loro economia. La donna saggia infatti, presente in ogni villaggio, era spesso “solo” una levatrice e una guaritrice. Molte di queste donne erano anche specializzate in certi settori e di conseguenza molto ricercate, tra le quali indubbiamente, coloro che già al tempo, erano capaci di eseguire il taglio cesareo salvando la vita della madre e del bambino, o coloro che conoscevano le manovre per girare i bambini podalici nella pancia delle madri. Sappiamo anche che erano in grado di alleviare i dolori naturali del parto, perché erano capaci di trasferirli su un animale o direttamente sul marito della donna. Questa pratica fu poi sostituita, trasferendo il dolore in figurina di cera che poi veniva bruciata, ma Dio aveva maledetto Eva per farla partorire con grande dolore e le streghe, con le loro pratiche blasfeme, si opponevano a questa volontà divina . Questi sono solo alcuni dei motivi per cui gli uomini, e soprattutto quelli di alcune categorie, non vedevano di buon occhio le guaritrici. Religione e scienza si unirono contro le streghe e quando la legge non fu abbastanza per allontanarle, furono denigrate fino all’umiliazione, facendo loro perdere tutta la loro fama.
Fino all’anno 1000 però, le figure delle guaritrici erano onorate e amate da tutti gli abitanti dei villaggi, e venivano consultate da tutti in caso di malattia per essere guariti, per eliminare un dolore, non solo fisico, per avere responsi sul futuro rispetto a una situazione difficile. Le cure delle guaritrici erano dolci, e furono sempre preferite, fino a che non fu reato rivolgersi a loro, a quelle dei medici che avevano metodi spesso sperimentali, più rudi e più dolorosi. Quelle che furono chiamate streghe erano interpellate alle Corti dei Re, sedevano ai loro consigli e davano anche parere su questioni politiche. C’erano anche le streghe più povere, che vivevano con i servi della gleba e i contadini, ai quali davano aiuto spirituale quando ancora la legge non era chiara rispetto ai reati e crimini: il potere di veggenza delle streghe, dava loro l’autorità di scoprire i colpevoli di un crimine e accusarli.
Parlando di questo periodo, bisogna tener conto del livello culturale dei popoli: molti fenomeni che per noi sono naturali e quindi perfettamente spiegabili dalla legge della natura, al tempo erano visto come non ordinari e soprannaturali la cui conoscenza era nelle mani di pochi esperti. La capacità di queste donne, di manovrare questi fenomeni, era un pericoloso strumento, che faceva paura agli uomini. Le streghe inoltre, istruivano le giovani ragazze a queste arti, permettendo così di mantenere viva questa sapienza antica, altro motivo per cui furono screditate e isolate.
La Stregoneria
Con il termine “stregoneria” si parla di un insieme di ” pratiche della strega” che comprendono la magia, la divinazione, il contatto con il mondo degli spiriti, le pratiche di guarigione e si trova questo termine per la prima volta nel 1600, in epoca rinascimentale associato alla pratica delle streghe, durante i processi inquisitori.
Prima di tale momento le accuse rivolte non erano per stregoneria ma per eresia, gli imputati, spesso donne, erano accusate dunque di compiere qualcosa in contrasto con la Chiesa e di non credere in Dio ma non di essere in combutta con il demonio come invece prevedeva la successiva accusa di stregoneria ( più avanti è spiegato anche il motivo di tale accusa).
Nel Malleus Maleficarum, uno dei testi più completi sulla caccia alle streghe pubblicato nel 1487 d.C, non si trovano infatti riferimenti sulla stregoneria, ma solo sulle pratiche eretiche, come ad esempio l’idolatria e la magia che coinvolgeva indirettamente anche quelle che saranno poi chiamate streghe, in quanto alcune di loro, credevano e veneravano molte divinità e soprattutto la Natura, e con le sue forze collaboravano nei riti. Fino a questo momento infatti le condanne erano emanate sulla base degli effetti delle pratiche eretiche, ad esempio se veniva usata la magia per guarire e la persona moriva, la condanna era per “omicidio” e non per aver usato la magia.
Che cosa accadde allora? Che cosa ha prodotto la persecuzione ai danni delle donne con il nome di “stregoneria”? Arriviamo quindi al punto: le donne dovevano essere allontanate dal potere e anche dalla benevolenza del popolo che a loro si rivolgeva in cerca di aiuto. I medici nascenti e la Chiesa vedevano in queste donne una grande minaccia al loro potere e l’inquisizione permise di demonizzare e impoverire le guaritrici, associandole al demonio.
L’inquisizione come fenomeno sociale
Le donne, con questa pratica inquisitoria, vennero sminuite e umiliate, derubate del loro potere di guarigione , furono classificate come deboli e incapaci, di conseguenza se molte guaritrici riuscivano a guarire con la magia, doveva necessariamente esserci l’aiuto demoniaco. Secondo gli inquisitori infatti le streghe stipulavano dei patti con il diavolo, testimoniati da un segno sul loro corpo da cui i demoni e le entità ausiliare si nutrivano.
I simboli che sono legati alla donna, come il calderone e il vaso, luoghi di trasformazioni alchemiche, vengono poi demonizzati come strumenti per produrre veleni mortali. L’utero della donna diventa solo un contenitore per il seme dell’uomo e il sangue mestruale, prima potente amuleto, divenne il simbolo dell’impurità della donna.
Dal 1000 al 1800 in Italia si instaura un clima di terrore nei confronti delle donne, soprattutto quelle dedite alle pratiche di guarigione proprio perchè spesso aiutavano a nascere ma anche a morire. La mortalità infantile era alta e venivano imputate ovviamente le donne che aiutavano nei parti. L’inquisizione trovò dunque terreno fertile per eliminare le donne, soprattutto quelle non sposate che non avevano dunque la protezione di un marito e che quindi minacciavano l’autorità e i comandamenti cristiani. Furono considerate tentatrici, pericolose, e vennero messe al bando usando la scusa della stregoneria. Molte guaritrici non praticavano nessun culto, erano semplicemente sapienti del mondo naturale, avevano ottime conoscenze delle erbe e dei rimedi, ma non praticavano alcuna adunanza e non facevano parte di nessuna congrega stregonesca. Furono comunque costrette a confessarlo in cambio della fine dei tormenti durante i processi e di una punizione che non comprendesse la morte. In altri casi, l’accusa di stregoneria fu un sistema utile per eliminare nemici, ad esempio accusare la vicina di essere una strega poteva garantire il suo allontanamento dal villaggio e la confisca dei suoi beni. Questo si osserva anche tra donne, per gelosia nei confronti di un uomo dove una accusa l’altra per toglierla di mezzo, oppure per questioni economiche come nel caso di Logaredo, in Trentino, dove due donne si accusarono a vicenda fino a confessare di essere streghe, semplicemente a causa di uno scontro personale tra di loro. A Triora, accadde lo stesso. Negli articoli dedicati alle Donne eretiche, trovi tutte le storie di cui ti faccio accenno, in modo dettagliato.
Donna e libertà
In tutte queste figure di donne processate, si scorge una necessità di libertà e una cultura alternativa, che arriva da radici antiche dove la donna e la guaritrice erano persone importanti, degne di rispetto e non certo delle schiave asservite all’uomo. Questa cultura sotterranea di ribellione si è identificata, in base alle zone europee, nel culto di Diana nel culto del Dio cornuto, fino poi a scontrarsi con il cristianesimo con i risultati che conosciamo bene, di secoli di inquisizione. Secondo lo storico Henry Kamen, il fenomeno della stregoneria era già conosciuto nel 1500 come una patologia e le streghe erano considerate solo delle povere pazze. Un altro storico, Giorgio Galli, sostiene che lo scontro tra cristiani e streghe non dimostrava la vittoria del Cristianesimo, nonostante le grandi cacce e i grandi processi, bensì faceva emergere la paura che i cristiani avevano della stregoneria, sempre in espansione.
Le streghe appartenevano ad una cultura alternativa che tramandava delle pratiche antiche, esercitate da millenni e quindi cariche di energie e di potere, in grado di risvegliare delle doti naturali come la preveggenza, la telepatia e la telecinesi. La stregoneria, in cui la magia e la componente libertina erano molto accentuati, era alla base delle congreghe e la figura della strega è sempre stata considerata come una creatura in grado di camminare tra il visibile e e l’invisibile. Ogni donna, che praticasse o no un culto antico, ma che semplicemente donasse la sua sapienza alla guarigione, rientrò nel mondo della strega.
Che cosa è dunque l’inquisizione?
Provo a dare una mia interpretazione riportandola al nostro tempo.
Inquisire è accusare una persona di essere sbagliata, non adatta. Quante volte ti senti inquisita?
Inquisire è umiliare un’altra persona per una sua scelta di vita. Quante volte ti senti inquisita?
Inquisire è voler annullare e sottomettere un’altra persona al nostro volere, anche se solo si tratta di imporre le proprie idee. Quante volte ti senti inquisita?
Inquisire è torturare, fisicamente e psicologicamente. Quante volte ti senti inquisita?
Il problema non è che gli altri ci inquisiscono, è che noi permettiamo loro di farlo perchè siamo ancora intrise di paura e di senso di inferiorità derivato da secoli di oppressione e torture. Siamo noi per prime a sentirci inquisite anche quando non ci accade niente, ma è necessario osservare ed ascoltare questo senso di inferiorità che ci pervade ed estirpare le cause. Dobbiamo accogliere e accettare ciò che sentiamo come un limite e trasformarlo in risorsa utile al nostro percorso.
Se vuoi lasciare le tue considerazioni qui sotto, nei commenti, mi piacerebbe conoscere altri punti di vista sull’argomento.
*Fonti
I dati storici sono ripresi da appunti miei durante lo studio dei testi di Margaret Murray e Vanna de Angelis