La magia dei nodi
In ogni libro di Magia troverai almeno un incanto creato legando e annodando, questo perchè i nodi da sempre sono associati ad un atto magico in grado di cambiare le sorti.
Annodare è infatti come legare, fissare, trattenere. Si possono usare per trattenere energie benefiche o malefiche perchè ricordiamoci, che la magia non ha polarità, è l’intento di chi la pratica a renderla bianca o nera.
Una delle simbologie più legate ai nodi è quella dell’intreccio dei capelli. In alcune tradizioni native, anche del nord Europa, i capelli erano sacri, connessione con il divino e luogo di memorie. In Scozia per tagliare i capelli degli Highlanders, erano dedicati dei momenti precisi dell’anno, usando un particolare coltello e i capelli tagliati erano un dono agli spiriti.
Così come i capelli, anche intrecciare fili è un magico incanto: le dee del destino (Parche e Norne) che intrecciano i fili della vita di noi mortali sono un chiaro esempio di come annodare sia un atto legato alla trasformazione.
L’arte della tessitura infatti era legata alla donna e agli spiriti fatati, proprio perchè sia l’una che gli altri, avevano in mano il potere della vita e della morte. Tessere diventa un incanto, che crea colori e immagini che non sono solo belle esteticamente, ma portano tra i fili un messaggio e una simbologia ben precisa. Sempre parlando della Scozia, gli intrecci dei Tartan non erano a caso, erano identificativi di un clan, a cui erano legati animali e alberi che avrebbero protetto e riunito tutti i membri.
Nei fuochi sacri fino al XVIII secolo venivano bruciati in offerta gli arcolai (spesso piccole riproduzioni), o dei fusi, strumenti con cui le fate intrecciano gli eventi degli uomini, per richiamarne la benevolenza.
Anche i nodi celtici sono un altro esempio di come il nodo abbia un potente valore magico, hanno infatti la funzione di trattenere un incanto ben specifico. Ce ne sono davvero per tutti i tipi: per propiziare e benedire i matrimoni, per protezione, per l’abbondanza.
Prova anche a pensare all’uso dei nodi attraverso le mani: quante volte avrai intrecciato le dita indice e medio mentre speravi che qualcosa si realizzasse? Oppure il segno della “castagna” con il pollice racchiuso dalle altre dita in segno di protezione?
Ma come avviene la magia dei nodi?
Intrecciarli mentre si recita un incanto è il modo più semplice di fare magia, ma tenerli legati può anche simboleggiare la necessità di non avere connessione con ciò che ci circonda, per evitare ad esempio di venire a contatto con energie negative.
In tal senso, pensa al “dreadlock” ovvero i capelli rasta: sono nodi di capelli, che per ragioni culturali e spirituali vengono realizzati per tenere lontani i “nemici”. Come? Spaventando! Una testa piena di dreadlocks ricorda quella dei guerrieri, di chi vive la vita in modo più audace, di chi non ha paura. Il nodo diventa dunque un esorcismo verso il male.
Intrecciare un incanto o un pensiero, ma anche una preoccupazione e poi sciogliere una treccia al vento, (che sia di capelli o di stoffe) al momento opportuno, libererà ciò che abbiamo intrecciato. Anche oggi l’espressione “sciogliere un nodo”, è l’espressione più diffusa per indicare liberazione e comprensione di qualcosa.
Le levatrici ad esempio, preparavano le stanze del parto sciogliendo tutti i nodi presenti, per liberare eventuali energie non richieste, rimaste stagnanti nei nodi della casa.
C’è poi un altro aspetto interessante del nodo legato alla magia: la strega viene sempre rappresentata con i capelli lunghi, spesso intrecciati o arruffati. Questa immagine richiama il potere della tela del ragno che intrappola, trattiene ma anche protegge allo stesso modo degli intrecci di un acchiappasogni.
Sempre legata alla Strega è la creazione di un feticcio chiamato la Scala delle Streghe, ovvero una corda di lunghezza variabile a cui vengono fatti dei nodi per “attaccare” il proprio intento recitando il seguente incanto mentre si annoda:
Dal nodo di uno, l’incantesimo è iniziato.
Dal nodo di due, la magia si avvera.
Dal nodo di tre, così sarà.
Dal nodo di quattro, questo potere è stato memorizzato.
Dal nodo di cinque, la mia volontà deve guidare.
Dal nodo di sei, l’incantesimo posso correggere.
Dal nodo di sette, il futuro ho trasformato.
Dal nodo di otto, mio sarà il destino.
Dal nodo di nove, ciò che è fatto è mio
Il potere che avevano (e hanno) tali pratiche si vede dallo sforzo con cui l’inquisizione tentò di sminuire e umiliare la magia dei nodi che fu considerata come qualitativamente negativa e associata solo al maleficio. C’è da dire che alcune scale delle streghe furono trovate con piume nere di gallina e ossa che potrebbero far pensare ad un uso rivolto al maleficio, e che per sciogliere l’incanto si dovessero sciogliere tutti i nodi che trattenevano la magia. Nel periodo buio per la magia, il nodo fu associato alle catene, al cappio, allo spergiuro: tutt’oggi intrecciare le dita mentre si fa una promessa è segno di menzogna, e il nodo alla gola indica un’emozione negativa che ci crea disagio.
Ma noi che sappiamo che il potere di un incanto sta nell’intento di chi opera, continueremo ad usare la magia dei nodi per intrecciare il nostro destino.
Se ti piace l’argomento puoi leggere un articolo dedicato alle streghe dei nodi, in cui ti spiego meglio questa arte magica e la sua evoluzione.
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*Fonti
Appunti miei
Streghe e pagane – Max Dashu
Streghe – Vanna de Angelis