Witch’s basket: la verbena
Il suo nome ha una radice indoeuropea da cui deriva quella greca “Rhabdos” ovvero “verga” intesa come bacchetta ma anche come allusione ai suoi poteri legati all’amore e al vigore. E’ considerata infatti legata a Venere e usata nella tradizione per creare incensi e filtri d’amore. E’ legata ai matrimoni, e gli sposi ne indossavano rametti sotto le vesti.
Basta guardarla per capire che questi usi in ambito sessuale siano molto sensati.
Si narra che le streghe la indossassero prima di volare al sabba per attrarre su di loro le attenzioni del diavolo e godere dei piaceri carnali. E’ uno degli ingredienti fondamentali nelle loro pozioni d’amore.
Divenne poi esorcizzata associandola alla Madonna e donata nelle chiese nei giorni a lei dedicati come nel caso della festa dell’Assunta nella quale si usava la verbena per purificare e benedire la chiesa.
La Verbena presso i Romani era una pianta legata alla dea Strenna, e per richiamarne i poteri di gioia e buona fortuna, alle calende di Gennaio andavano nel bosco sacro a raccogliere la verbena insieme ad altre piante, principalmente sempreverdi, per donarle come buon augurio per il nuovo anno. (le strenne natalizie hanno origine da questi riti antichi).
Possiede anche proprietà legate all’ispirazione soprattutto nel nord Europa: i bardi infatti ne facevano delle corone per essere aiutati nella composizione dei loro canti o nella preveggenza. E sempre nella cultura nord-europea, la verbena era considerata come pianta utile per predire il futuro. Con le sue foglie venivano fatte divinazioni, probabilmente legate all’amore, scrivendo su ogni foglia qualcosa e lasciando che il vento ne portasse via alcune lasciando così un messaggio.
Agisce sulla volontà, dissipando le incertezze, le sue foglie bruciate scacciavano i mali, e portando pace, era uno dei simboli portati dagli ambasciatori Romani (chiamati verbenati) per stringere alleanze.
L’acqua di verbena era usata per pulire la casa e le porte come atto protettivo, ed è infatti uno degli ingredienti della famosa acqua del solstizio estivo divenuta poi acqua di San Giovanni, che si prepara nella notte precedente lasciando in infusione le tradizionali erbe raccolte in questo giorno di festa.
Da ricordarsi sicuramente: cogliere la verbena con la mano sinistra porterà fortuna e gioia, proprio come raccoglierla camminando all’indietro, che come abbiamo visto nel caso dell’artemisia, è un atto che aiuta a richiamare la fortuna e la protezione. Un’altra tradizione era quella di tracciare un cerchio intorno alla verbena e chiedere a qualcuno di raccoglierla: se fosse stata raccolta con la mano sinistra era segno di una vita lunga e felice. Inoltre per il suo collegamento con i mondi sottili e la preveggenza e quindi alla vista, le sue ghirlande servivano, guardandoci attraversi, per proteggere gli occhi per un intero anno.
SUGGERIMENTI PER GLI INCANTI
Non uso spesso la verbena, e devo dire anche che ho difficoltà a vederla, sarà forse che non sono molto affine agli incanti d’amore? In ogni caso la utilizzo solo nel periodo solstiziale in quanto erba della tradizione e infatti fa parte del mio incenso di Mezza estate e dell’acqua solstiziale.
ATTENZIONE
-Prima di raccogliere una pianta assicurati che sia quella giusta e non sia la sua controparte velenosa (come tutto in Natura anche le piante e le loro proprietà sono duali ).
-Se decidi di assumerla per bocca devi essere sicuro che non crei allergie e che non ti arrechi danno se hai problemi di salute.
-Quando raccogli una pianta non strapparla ma tagliala con un coltello all’altezza delle diramazioni in modo da rafforzarla e darle la possibilità di ricrescere.
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