Witch’s basket: la malva
La malva nel suo aspetto ci porta subito leggerezza: i fiori sono molto leggeri e sottili, e le foglie si muovono al vento leggero. La sua delicatezza ha ispirato l’amore materno nella simbologia floreale, una madre che cura le ferite e accoglie.
In quanto madre, questa pianta è legata anche alle donne, e serviva proprio come l’artemisia, in molte preparazioni per favorire il parto o l’aborto come ad esempio in Ungheria dove veniva usata la radice per questo scopo. Ma è anche utile per allontanare le streghe, come molte piante delle “mammane” ovvero delle guaritrici, che da potenti alleate, divennero malefiche streghe: le sue foglie venivano sotterrate all’ingresso delle stalle per proteggere il bestiame dal male e anche per evitare che il latte venisse rubato. Inoltre sempre per il suo uso scaccia streghe, viene ricordato un unguento fatto con grasso, fiori e foglie di malva in grado di respingere ogni maleficio se portato addosso.
Per vedere se una donna era sterile, si esaminava la pianta di malva dopo essere stata bagnata dalla sua urina e se la pianta si seccava dopo qualche giorno, era un segno evidente di aridità, ma lo stesso metodo viene riportato in un grimorio medievale per verificare se la donna fosse ancora vergine. La corruzione della sua innocenza avrebbe fatto seccare la malva.
La malva è legata alla sfera genitale anche dal punto di vista emotivo: tenerla vicino alle parti intime avrebbe acceso l’ardore. Dal punto di vista maschile invece, Pitagora la considerava utile per non cadere nella schiavitù della passione. Nel Medioevo però il suo uso fu più legato al calmare e pacificare e non fu più prescritta per favorire l’ardore.
L’origine della parola è greca: malàche dove mal ha il significato di morbido che si ritrova sia nel suo aspetto materno ma anche nelle sue proprietà emollienti, perchè come la piantaggine è ricca di mucillaggini che aiutano a proteggere e lenire tutte le mucose.
Si trova spesso infatti usata per combattere la tosse, il mal di gola ma anche le infiammazioni di stomaco e intestino. Nella medicina popolare medievale veniva usata anche per rompere i calcoli e aiutare i reni, riequilibrando la durezza del calcolo con la morbidezza e la fluidità.
Trova anche molte applicazioni come rimedio al “fuoco” ovvero oltre che contro gli stati infiammatori, anche per lenire le ustioni e le punture di insetti come le api che provocano una sensazione di bruciore intenso.
La malva è anche ottima in cucina, si può usare come erba di campo o usare i suoi fiori per abbellire insalate e risotti.
Ha un benefico effetto anche per la pelle, si può infatti ricavare un oleolito in grado di combattere infiammazioni e rossori, anche in sinergia con la calendula.
Una tisana con questa pianta, sfruttando anche i suoi vapori come aromaterapia, è ottima per rasserenare.
SUGGERIMENTI PER GLI INCANTI
In casa tengo sempre un mazzetto di malva del raccolto solstiziale, che poi brucio durante il rito dell’anno successivo. Trovo che insieme alla lavanda, e all’artemisia faccia parte di quelle piante “gentili” che rendono la vita più leggera e armoniosa. Creo sacchettini e oli con la malva, mentre non la uso negli incensi perchè trovo che sia davvero troppo delicata per poter sprigionare il suo aroma attraverso il fuoco.
E’ una valida alleata per preparaci prima delle pratiche, attraverso un infuso che ci sappia rasserenare e schiarire la mente.
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Se conosci altre storie o leggende, usi e ricette su questa pianta e vuoi condividerle, sarò felice di leggere.
*Fonti
Florario – Alfredo Cattabiani
Le erbe delle Streghe nel Medioevo – Rosella Omicciolo Valentini
Miti e magia delle erbe – Maria Immacolata Macioti
Appunti miei
Guarda anche il video dove trovi la malva!