Donne eretiche: Margherita e Polissena
Questo mese avevo deciso di dedicare un articolo a Margherita di San Rocco perché il 13 Luglio sarei dovuta andare a vedere un monologo teatrale a Loppeglia, in cui si raccontava la storia di questa strega toscana, ma non sono riuscita a raggiungere il luogo, non conoscendo le strade, assenti di cartelli stradali, e protette da monti che impedivano al navigatore di aiutarmi! Ma questo certo non mi ha fermata nella mia volontà di raccontare Margherita e la sua storia e non solo: con lei, un’altra famosa strega viene sempre nominata ovvero Polissena di San Macario. Le loro storie sono intrecciate per le accuse di stregoneria e accomunate dal luogo e dalla data di morte: Lucca 1571, tra le fiamme.
Conosciamo meglio queste donne per non dimenticarle.
Polissena venne accusata di stregoneria in seguito a diversi strani episodi che accaddero alla sua persona. Queste sono alcune parole a lei riferite:
“… poi aprì gli occhi e cominciò a fare rumore con il pianto a voce molto alta e volse gli occhi dentro e fuori, in modo che tutti fuggirono da lei e la lasciarono sola, pensando fosse una strega …” .
Ciò che viene descritto in questa frase era “solo” epilessia, malattia già conosciuta al tempo e soprattutto era fatto noto che Polissena ne soffrisse perché si racconta di un episodio in cui cadde su un letto“come un morto”.
Dei testimoni durante il suo processo raccontano:
“essendo appresso a un letto, si lasciò [Polissena] andare indietro e rimase stesa e agghiacciata sul letto che ivi era, di modo che pareva morta;e esse donne [quelle che le erano vicino] pensando che li fosse venuto qualche accidente, si li misero appresso con aceto, e mia madre, avendo da me avuto una ricetta di fare fumo sotto il naso di quelli che sono tramortiti, e in modo tale che opera se non sono morti si risentono, vedendo che detta donna non si riaveva, fece tal fumo con bruciare un poco di camicia di uomo davanti, si come gli avevo insegnato… e detta Polissena ciò fatto aperse gli occhi e cominciò a fare un verso, in modo di mugghiare, tanto forte e con stravolgere gli occhi, che tutti si misero a fuggire per paura,lasciandola sola, perché si aveva il sospetto che fosse strega…mia madre mi disse che la detta Polissena la mattina seguente li disse: -quando io sto in quella forma che stavo ieri sera, non mi date noia, perché mi fate più male che bene-“. Un’altra testimone conferma che :”la detta Polissena mi diceva che cascava del malvitio [epilessia]”.
Polissena chiese dunque di non essere disturbata durante un attacco, e aggiunse che era l’epilessia che aveva causato il suo cadere. Tutti questi fatti vennero riferiti al parroco, che sospettò ci fosse ben più di una malattia ad affliggere Polissena, infatti, il non voler essere toccata nel sonno probabilmente fece pensare a viaggi notturni, viaggi verso il gioco al quale le streghe si recavano in spirito. Fu forse questa la spinta che portò alle accuse e all’arresto di Polissena per stregoneria.
Ciò che le accadeva durante gli attacchi era sicuramente qualcosa di terrificante per le menti semplici del tempo, con scarsa conoscenza del fenomeno e soprattutto, intrisi di superstizioni, anche questo fu forse un buon motivo per arrestare questa povera donna.
Polissena fu torturata e durante i supplizi sostenne anche di aver sostituito la zia come una strega un anno dopo la sua morte:
“essendomi lassato da una mia sia, Lena da Pescaglia, d’andare in stregaria, morta che fu io stei da un anno, et poi cominciai andarci in questo modo, cioè,che venendo io chiamata, et mi dicea “andiamo”, la qual voce non potea esser intesa se non da me, et così io con l’unguento che mi era portato mi ungevo… et transformata in gatta, “lassando il corpo a casa” me ne scendeva la scala et andavo fuori dell’uscio”.
Si parla qui di viaggio in spirito, attraverso l’uso del famoso unguento, che ritroviamo spesso nelle dichiarazioni delle streghe durante i processi, forse sotto sollecitazione degli inquisitori, ma anche perché era effettivamente pratica comune durante il gioco.
Anche Margherita di San Rocco racconta di viaggi simili:
“Questo girovagare che ho fatto, non con il corpo, ma con il mio spirito,come se lasciassi il mio corpo a casa”, e aggiunse, che, se il corpo cadeva con la faccia a terra, non sarebbe stata in grado di tornare in esso prima dell’alba, ma morire, come se la luce solare,potesse incenerire un corpo senza anima. Non ricorda molto la vita dei vampiri? Spesso, in molte zone d’Europa, le streghe e i vampiri furono in effetti associati le une agli altri, come demoni succhia sangue, che rifuggono la luce del sole perchè creature dedite ad oscuri incantesimi.
Dalle sue parole infatti sappiamo che: “Se per sorte qualcuno gira il nostro corpo voltandolo bocconi perderemmo lo spirito e il corpo resteria morto”.
Entrambe, Polissena di San Macario e Margherita di San Rocco, furono giudicate colpevoli di stregoneria e condannate a morte sul rogo nel 1571 a Lucca dal podestà e dagli Anziani di Lucca.
La morte per rogo fu poi sostituita dall’impiccagione in quanto fu ritenuta troppo barbara. Spesso la condannata moriva per asfissia da fumo mentre la sua carne bruciava, o a causa di infarto per il grande dolore che sentiva. Spesso i parenti delle vittime pagavano il boia affinché strangolasse la vittima prima del rogo o come nel caso di Giovanna D’Arco, per sedare il corpo e rendere la morte meno dolorosa.
Secondo ciò che hotrovato in riferimento a questi eventi, ho letto che Carlo Ginzburg, accademico e studioso in merito alle religioni e alle tradizioni popolari, ha trovato analogie tra le storie e le pratiche di Margherita e Polissena e quello dei Benandanti, accomunati nella sua ipotesi, dal fatto di “mostrare i segni di sopravvivenza nella religione popolare di antichi culti della fertilità di origine pagana assimilabili allo sciamanismo”.
Con un pò di amaro in bocca ti ringrazio per aver letto la storia di queste donne. Approfondirò le loro vicende immergendomi nella lettura di un altro libro per arricchire questo articolo. Per il momento ci basta sapere che in un non troppo lontano passato, esistevano due donne che furono condannate per la loro appartenenza agli antichi riti.
Fonti
Vanna de Angelis – Le streghe
Pamela Giorgi – Donne sante, donne streghe
Vanna de Angelis – Dalla parte delle Streghe
Appunti miei delle varie ricerche personali