Streghe delle 12 notti: la strega dei nodi
Nella terza delle dodici notti, abbiamo incontrato la figura della “strega dei nodi”, una figura che racchiude molti aspetti della guaritrice ma anche della tessitrice .
Trattando il tema della strega che lega dobbiamo tornare a studiare i termini che indicano la figura della strega per comprendere meglio come in un termine e nelle sue radici, ci siano infinite sfumature che richiamano tutte le “Witch-crafts“. Secondo Max Dashu le origini etimologiche di Witch ci arrivano da radici proto-indoeuropee come -weik che indica “piegare, girare, muovere” da cui deriva -wik che è connessa alle arti di filatura e tessitura. La radice -weik indica anche il sacro da cui sono discesi i termini in lingua germanica e gotica per indicare sia il sacro che il santo, fino al tedesco moderno wejhen che indica il consacrare. Dunque con la solita radice troviamo il sacro e l’arte della filatura, legata al fato e alla guarigione. Se vuoi saperne di più qui trovi nel blog un articolo dedicato alla strega tessitrice.
Oggi però voglio soffermarmi sull’arte dell’annodare, che è sempre connessa con la tessitura perchè prevede l’uso di nodi e di cucitura ma non è strettamente legata ad essa poichè si applicava per guarire e togliere malefici. Per la diffusione dell’arte della ligatura, la Chiesa proibí qualsiasi rito che prevedesse l’annodare fili per propiziare la buona fortuna. La parola ligatura indica appunto la legatura, il legare, e prese poi il significato di amuleto perché attraverso il nodo venivano creati oggetti rituali e protettivi annodando ad una corda erbe, corna, pietre, ovvero oggetti vitali che le donne sagge sentivano essere pieni di energia benefica, per propiziare una nascita, benedire un bambino, richiamare salute e buona sorte.
La corda da annodare veniva spesso creata con la filatura, accompagnata da canti che infondevano il potere al tessuto. Sappiamo anche che veniva immersa in torrenti e anche unta. Da questa pratica si deduce come le streghe fossero ancora legate al concetto di animismo, dove tutto è permeato di vitalità, e la collaborazione con le forze della Natura non mancava mai. Un esempio in merito è l’uso di corde tenute legate alle pietre per lunghi periodi e poi usate per risanare arti slogati o doloranti semplicemente legandole intorno alla zona da trattare, affidandosi al potere della pietra guaritrice, infuso nella corda grazie al periodo di contatto.
Nell’uso della corda da annodare, il procedimento prevede la creazione di nove nodi, è il numero che infatti ricorre più spesso. Per ogni nodo fatto si recita un incanto: annodare è infatti come legare, fissare, trattenere. La corda viene poi immersa in acqua e legata al petto del richiedente. Dopo tre giorni viene rimossa e gettata nell’acqua corrente in modo che il male assorbito venga ripulito dall’acqua.
Un incanto molto interessante, anche per la vicinanza temporale è del 1910, in cui si recita questa invocazione mentre si creano i 9 nodi di guarigione sulla corda:
“Io non lego il nodo, ma il dolore al cuore,
io non lego il nodo ma il dolore agli intestini,
io non lego il nodo ma il dolore al fegato,
(si ripete con costole, spalle, petto, gola, collo, orecchie e denti).
Il dolore a tutte le giunture e a tutte le altrie parti del corpo.”
L’incanto dell’annodare la corda viene anche chiamato “scala delle streghe” alla quale si legano i capelli del destinatario , piume di gallina, sassi e ossa. Uno dei ritrovamenti più significativi risale al 1878 nel Somerset.
Charles Godfrey Leland, decise di scoprire se questa usanza fosse presente anche in Italia e scoprì che ne esisteva una versione simile chiamata Ghirlanda delle streghe alla quale venivano attaccate piume di gallina di colore nero e aveva prevalentemente funzione di maleficio, o almeno così sappiamo. Questo non deve certo sconvolgere, poichè il potere della magia veniva usato anche per maleficiare, certo, dobbiamo però tenere presente che non era l’attività principale delle streghe!
Torniamo alle corde. Prima di essere usate, venivano lasciate legate alle pietre, negli incavi degli alberi, nell’acqua, nella terra in memoria degli antichi culti animisti, in modo che gli elementi della natura nutrissero le trame della corda e si potessero trasferire poi nel corpo con cui venivano messe a contatto.
Il potere dei nodi è antichissimo, era utilizzato in Egitto e in Mesopotamia e il arrivato fino a noi. Se sei interessato al tema, ne ho parlato in un articolo nel blog: La magia dei nodi .
In Scozia quando stava per nascere un bambino, la levatrice scioglieva tutti i nodi nella stanza e apriva le finestre per far uscire ciò che era rimasto intrappolato, evitando che compromettesse il parto. Ma il nodo non aveva solo valenza magica, era usato infatti anche per sancire contratti, basti pensare al matrimonio: in passato, nel nord Europa venivano legate insieme le mani degli sposi per sancire il contratto matrimoniale. Inoltre il nodo era usato al posto della firma se si era analfabeti, e da qui poi l’uso della croce, altro elemento che richiama il nodo.
Ci sono anche testimonianze di riti usati per ricucire, letteralmente, arti, pelle, o addirittura la vita. Questo ricorda anche la figura della Loba ma anche di Diana o della Regina delle Fate, che facevano tornare in vita l’animale sacrificato. Ci sono molti esempi di questi incanti ligatori dei corpi e in tutta Europa. Max Dashu ne riporta uno contenuto nel poema epico finlandese Kalevala dove si descrive come viene riportato in vita un corpo smembrato:
“Allora carne a carne lei rimise insieme,
e le ossa rimise insieme,
e le articolazioni rimise insieme,
e le vene premette di nuovo insieme.
Poi unì tra loro le vene,
riunì tutte le loro estremità,
e con cura contò i fili..”
Quando gli uomini di chiesa descrivevano le pratiche delle streghe si legge spesso che “alcune di loro mormorano incantesimi indossando ligaturae o sopra fili colorati ed erbe” . Lo scopo di queste pratiche animiste era di portare guarigione, ma purtroppo qualcuno ci vide la mano del male, al tempo identificato con il diavolo. In questo modo cercarono di screditare ogni attività che prevedesse l’uso di nodi e cantilene, e così anche la figura della strega, che le utilizzava.
Come sempre scrivere questo articolo serve per tutte le malelingue che nei secoli hanno infangato la figura della strega, e sta a noi ricordare d’ora in poi, il significato del nodo come atto magico e animistico piuttosto che diabolico e malefico.
Per il momento ti ringrazio per essere arrivato fino a qui.
Spero ti sia stato utile e ti ricordo che nel canale YouTube trovi anche gli audio di questa rubrica.
Fonti
Vanna de Angelis – Le streghe
Max Dashu – Streghe e pagane
Rosella Omicciolo Valentini – Le erbe delle streghe nel Medioevo
Eddy Pagano – I segreti delle Streghe
Appunti miei delle varie ricerche personali