Witch’s basket: il sambuco
Il sambuco, come il biancospino, è una pianta legata al popolo fatato e che con la primavera ci regala i suoi bellissimi fiori bianchi. Pianta ricordata in tantissime tradizioni e nella medicina per le sue numerose virtù.
Si dice infatti che nella notte nel Solstizio estivo, meglio conosciuta come notte di San Giovanni, se si fosse rimasti sotto un sambuco avremmo potuto vedere passare il re del paese delle fate con tutta la sua corte. Il sambuco per i popoli del Nord era considerato l’albero di Holda, una fata benigna dai capelli d’oro che abitava proprio nel sambuco che cresce vicino ai fiumi e ai laghi. Questa pianta diventa quindi per similitudine, legata alle Dee lunari. Trovarsi davanti un sambuco, per gli antichi contadini, era una cosa sacra e difatti si toglievano il cappello ogni qualvolta passavano davanti a questo albero. Prima di tagliarne un ramo pregavano la fata che lo abitava dicendo: “Frau Holda dammi un poco del tuo legno e io quando crescerà, ti darò qualcosa di mio.”
Se questo rituale non fosse stato rispettato, l’ira della divinità avrebbe perseguitato il bugiardo per tutta la vita. La creatura fatata infatti diventa spesso la faccia oscura della Dea buona, colei che usa il suo potere per mantenere un equilibrio.
In un interessante racconto tedesco del Quattrocento si parla delle apparizioni dei morti. Vi era una donna che invocava le dame bianche o sante holda, ovvero delle creature che vivono sotto terra e che entrano nelle case proprio il giorno del Giovedì, giorno che nei processi per stregoneria era associato al giorno dedicato del Sabba. In questa storia le fate sono creature demoniache che vivono sotto terra e che, quando i vivi non rispettano i patti o si comportano male uccidono i loro figli.
La pianta di sambuco quindi ha anche valenze oscure come ogni cosa in natura. Anche in Inghilterra bruciare il sambuco voleva dire dare l’accesso al diavolo in casa, mentre per i cristiani il sambuco era associato all’albero dove Giuda s’impiccò e a causa di questo la pianta iniziò a produrre bacche talmente amare da non poter essere più mangiate.
Nel mondo celtico il sambuco governa il tredicesimo mese dell’anno legato al rinnovamento è proprio in virtù di un rinnovamento, è il mese legato alla morte.
Il sambuco viene considerato una pianta protettiva contro le malattie, i serpenti e gli incantesimi. I ferri di cavallo strofinati sulle foglie del sambuco non arrugginivano e diventavano addirittura degli amuleti contro i serpenti e scorpioni. Il sambuco piantato vicino casa serviva per proteggersi dai malefici e dalle serpi, simbolo animale diventato demoniaco e pericoloso con le nuovi religioni.
Nell’Europa dell’est si usava un bastone di sambuco per benedire le nozze.
Gli si riconosce anche la proprietà divinatoria: se in estate i suoi fiori sono gialli o ruggine nascerà un figlio, se l’infiorescenza è piccola o sottile annuncia la siccità, mentre i fiori robusti segnano un buon raccolto.
Nel Mediterraneo il legno del sambuco era sacro e nel medioevo con esso si costruirono moltissime Madonne nere ovvero delle statue di legno che venivano custodite nelle cripte delle chiese che spesso sostituivano nei luoghi di culto della Dea Madre.
Il sambuco è una pianta con i fiori ad ombrello e il legno forato, all’interno si trova infatti un midollo bianco. A fine estate produce bacche nere dal sapore un po’ amaro, come ricorda la leggenda di Giuda.
Il nome sambukè dal greco, oppure sabkha, indicano uno strumento a corda simile ad un arpa costruito proprio con il legno di questa pianta. Inoltre il legno grazie al foro che ha all’interno, era molto utilizzato per creare strumenti a fiato che producono e producevano effetti protettivi dai sortilegi.
Nella tradizione germanica, per produrre il flauto magico non serviva solo il legno del sambuco, ma era necessario che provenisse da un luogo lontano dal canto del gallo, per evitare che producesse un suono rauco.
Plinio riteneva che mangiare le foglie del sambuco con olio e sale fosse utile per contrastare la collera e la flemma, e che l’acqua di cottura delle foglie sparsa per casa uccidesse le mosche. Sappiamo anche di una preparazione con il vino fatto con le foglie che poteva diventare utile contro i morsi dei cani e l’acqua in cui si maceravano i gambi serviva a depurare la casa dalle pulci. Nel medioevo la scuola Salernitana consiglia l’olio di sambuco contro le scottature, e a tal proposito il sambuco va anche ricordato per abbassare la febbre nonché per migliorare il vino durante la sua fermentazione nelle botti.
Dunque abbasserebbe “il calore” : collera, febbre, scottature.
Suggerimenti per gli incanti
Il sambuco si usa indubbiamente per proteggere la nostra casa, ad esempio attaccandone rametti alla porta, ma anche creando degli incensi per lo scopo. Inoltre, per la sua proprietà di abbassare il calore si può usare dopo una lite per placare gli animi e ripulire la casa.
I suoi fiori sono candidi e puri e ci portano ancora il senso di pace, da usare nei sacchettini, per i riti in onore della Dea e durante il plenilunio.
Se conosci altri usi e tradizioni di questa pianta, scrivile nei commenti, sarò felice di leggerle.
Grazie e a presto!
Le informazioni sulle piante e il folklore sono prese e rielaborate dai testi del Cattabiani, e dal libro “Le erbe delle streghe nel Medioevo”.