Spirito Gipsy: le capanne celtiche
Voglio inaugurare questa rubrica del blog con 3 luoghi che io amo, nei pressi di Fiumalbo, in provincia di Modena. In questo articolo vorrei raccontarvi della bellezza delle capanne celtiche in località Doccia, mentre nei prossimi due articoli, vi mostrerò il paesino di Fiumalbo e successivamente le sue Marcolfe, le caratteristiche incisioni nella pietra con sembianze umane.
La strada che porta da Fiumalbo verso la località Doccia, è come se conducesse in un luogo speciale. Mostra immensi prati, d’inverno innevati, boschi di castagni e piccoli borghi in pietra, composti dai “casoni” ovvero le capanne celtiche, che sono state restaurate e rese abitabili per noi moderni camminatori di questo pianeta. Vicino ad alcune capanne si vede ancora la vecchia strada che un tempo era percorsa dai pastori durante la transumanza, ci sono sempre i segni dei muretti e le pietre che lastricano i vecchi cammini boschivi.
Si legge nelle guide che in occasione della transumanza i “vergaioni” ovvero i proprietari delle greggi più numerose, suonassero un corno dall’alto della Strada Vecchia in modo da radunare le pecore dei pastori più poveri, che avendone meno, non potevano seguirli fino al pascolo.
Le capanne sono datate al IV secolo a.C quando i Celti vivevano sul territorio italiano, che secondo gli studiosi discesero in zona dal X al III sec. a.C. provenienti da Germania, Cecoslovacchia, Polonia, Ucraina e Bielorussia prima dell’arrivo dei Romani.
I romani sospinsero infatti i Friniati verso il Monte Cimone e la Toscana, attraendo sull’Alto Frignano i Celti, precedentemente insediati in pianura. La loro presenza ha influito molto sulla vita montana del luogo, sia per le tradizioni, che per l’alimentazione ma troviamo in modo evidente l’influenza della loro cultura arcaica nella costruzione di alcuni più moderni edifici di Fiumalbo e S.Anna a Pelago. Si tratta infatti di edifici a pianta rettangolare in sasso e malta di terra, alcune hanno ancora la copertura di paglia di segale, mentre il tetto è a gradoni e protetto da lastre di arenaria chiamate “penne”, caratteristiche di queste zone e utili per favorire lo scioglimento della neve ma anche per poter manutenere il tetto. Dalle foto si può intravedere la struttura.
Erano composte da due piani, come si pensa il piano terra era riservato agli animali, si trovano infatti ancora tracce di mangiatoie, mentre il primo piano agli abitanti umani. Per raggiungere il primo piano non vi era bisogno di scale perchè la struttura era costruita a ridosso dei pendii, in modo tale da avere l’accesso alla “casa” direttamente salendo il versante del monte.
Le capanne di Doccia, ma anche quelle delle zone limitrofe, hanno molte caratteristiche in comune con costruzioni presenti in Scozia e in Irlanda,
e in altre zone dell’Europa centro settentrionale dove si installarono i celti, lasciando la loro testimonianza culturale anche nelle abitazioni e che essendo simili alle nostre appenniniche, ne confermerebbero appunto l’appartenenza al popolo celtico, ma c’è chi attribuisce queste costruzioni ai Liguri Friniates, che abitavano il nostro territorio in epoca preromanica e che dettero origine al nome della località “frignano”.
Esiste un sentiero che inizia dal ristorante “L’Alpe di Sara” e prosegue costeggiando due capanne celtiche. Si trovano alberi di faggio, abeti, prati immensi e animali selvatici. Si incontra anche un ruscello e arrivando alla fine del sentiero la vista dell’Appennino è mozzafiato. Quindi, non posso che consigliare questa visita, ascoltando le energie del luogo, dove risiedono ancora le ossa delle antiche popolazioni, antenati delle nostre radici..
Ti lascio qualche foto che ho scattato nelle varie visite a questo luogo, ormai di pellegrinaggio annuale 🍁
Al prossimo mese con nuovi gironzoli in questi territori!
*Fonti
Alcune notizie le ho tratte da modenatoday.it, altre si possono leggere direttamente in loco sui tabelloni nelle vicinanze delle strutture, altre notizie sono reperibili dai vari volantini fornite dall’ufficio turistico di Fiumalbo.