About Witches: la nostra pratica spirituale
Dopo l’apertura del gruppo Telegram, c’è stato un gran dibattito tanto che abbiamo deciso di ricominciare con i cerchi di studio. La soluzione “on line” non ci va molto a genio ma non abitando vicini, questo ci ha permesso di confrontarci su un tema sempre molto interessante, ovvero come viviamo la nostra pratica spirituale: come abbiamo iniziato, dove stiamo andando e come la viviamo nel quotidiano.
In molti sono partito con il piede nella Wicca, perchè in fondo, è la via più famosa in cui qualsiasi neofita spesso incappa e che accende “la scintilla”. Non tutti però vi restano perchè risulta spesso troppo formale e razionale, mentre procedendo nel percorso, ci si rende conto di aver bisogno di seguire anche un po’ di più il sentire personale, ma soprattutto un maggior naturocentrismo, cioè, mettere la natura al centro delle pratiche, piuttosto che praticare seguendo le indicazioni di altri, o che sono scritte nei libri. E’ molto importante studiare e conoscere, ma una volta integrate le conoscenze, è indispensabile metterle in pratica, lasciando anche un po’ da parte ciò che non ci risuona. Seguire alla lettera un rito scritto da altri, può diventare formale e rimanere su un livello razionale, non permettendoci di coltivare il senso del sacro, che invece si svilupperebbe più facilmente con un ascolto attivo delle proprie sensazioni. Questo ci porterebbe a creare i nostri riti e a praticarli quando sentiamo l’esigenza di farlo e non perchè la data è segnata sul calendario. Indubbiamente ci sono dei momenti imprescindibili nella pratica “pagana” ma non sempre si ha l’energia e la voglia di ritualizzarli e se manca la spinta emotiva, probabilmente mancherà anche la connessione. Piuttosto siamo concordi nell’affermare che ogni atto rivolto al miglioramento del nostro rapporto con la Natura e il mondo intorno, è già di per sè un atto sacro e quindi ogni piccolo gesto, dal riciclo, all’attenzione sul cibo, al rapporto sano con il prossimo, ci mette già in una condizione in cui possiamo sperimentare il sacro della vita, anche se non è davvero possibile essere completamente “etici” in questo tempo, ogni azione ha però il suo valore. Tra le attività che ci aiutano a radicare la pratica nel quotidiano c’è sicuramente lo stare in natura, vivere e ascoltare l’ambiente intorno a noi, perchè con il tempo è possibile sviluppare un rapporto simbiotico fino al sentirci sostenuti in ogni momento.
Su questo percorso, ognuno di noi si muove, indipendentemente dall’esperienza o dagli anni di pratica. E’ un percorso che non finisce mai e che richiede la giusta calma perchè “se dentro a un bosco corri, non noterai i dettagli più preziosi” che sono quelli che ci permettono anche di mettere da parte la teoria imparata e fare esperienza diretta della natura, unendo così la mente al cuore, binomio perfetto per procedere nell’accoglienza del sentire, ma senza scollegarci mai dalle radici. Logica e intuito possono così procedere per mano e in questo modo può risultare più semplice vivere nel mondo “babbano” il nostro percorso spirituale, fino a radicarlo completamente in ogni ambito. In questo caso è necessario interiorizzare che ogni evento, reazione, sentimento, emozione, avviene nel Tutto, al di fuori del quale non esiste altro. Dunque, la nostra vita babbana è già parte dei processi universali, ma ancora non ne siamo completamente consapevoli, ma siamo qui per questo!
Concludo lasciando qui i titoli dei libri suggeriti durante la nostra chiacchierata:
Il sentiero della Terra – Starhawk
Ritorno alla Tewrra – Vandana Shiva
Nel video del cerchio di studio puoi ascoltare per intero i nostri interventi. Un ringraziamento particolare ai partecipanti per aver reso questo possibile!
Al prossimo giro!