Dialoghi dal gruppo Telegram: magia nera ed etica
Dal gruppo Telegram di Spirito della Natura, stanno nascendo dei veri e propri fuochi di ispirazione! E così, per non perderli, ogni volta che ci sarà un argomento interessante, ne pubblicherò il contenuto in un articolo, così da non perdere importanti spunti per riflettere, sempre benedetti.
L’argomento di oggi nasce da una domanda: “Se rispettare la natura significa anche rispettare l’uomo perché l’uomo è natura, allora tutta quella che comunemente definiamo “magia nera” come si inserisce in questo contesto? Il pagano ritiene la natura sacra, ma non sacralizza l’uomo, che è natura?”
Ed ecco lo sviluppo della conversazione:
Forse è così per il pagano “occidentale” ma in molte culture non occidentali esistono ancora i riti di passaggio, ad esempio. Sono come una forma di venerazione della vita umana e sicuramente hanno un significato a livello sociale per quella comunità.
Inoltre c’è da riflettere su cosa sia la magia nera: è l’applicazione delle leggi naturali per creare qualcosa che danneggia, piuttosto che per creare bellezza. La magia è energia. Come usiamo le energie è questione di responsabilità personale che dipende a sua volta dal livello evolutivo. Non è natura tutto questo?
Inoltre noi giudichiamo “magia nera” la fattura a qualcuno che ci ha fatto del male, ma appunto è un problema più di giudizio che di “fattura”. In natura ricordiamoci che gli animali uccidono i cuccioli incapaci di sopravvivere, o uccidono il nemico per preservarsi la vita. Cosa cambia? Perché il leone non lo giudichiamo, mentre chi si difende con la magia (a prescindere dal colore) sì?
Possiamo essere d’accordo che non dobbiamo interferire con la vita altrui, ma anche qui c’è un’obiezione: ogni volta che facciamo del male ad altri stiamo già interferendo, così come quando uccidiamo per mangiare stiamo interferendo con la vita. Non dobbiamo interferire solo con il percorso “umano”? Ovvio che come si diceva nel cerchio, non possiamo mai essere totalmente “etici” ma almeno ci si prova, ma con chi? Solo con gli umani? Allora non è che siamo proprio noi i primi a separarci dalla natura, ritenendoci una categoria a parte, a cui certe leggi, non debbano essere applicate per morale (che è innaturale)?
In effetti consideriamo gli animali solo come puro istinto (delle volte).Questo ci porta al non-giudizio. Ed è comunque sbagliato perché così facendo eleviamo noi stessi a specie superiore. Si crea così un antropocentrismo che giudica con mente duale, e sostiene che l’animale va compreso perché in fondo è stupido. Noi invece che siamo così intelligenti possiamo permetterci di giudicare i simili se applicano violenza per combattere un nemico, ad esempio.
Ed è vero che c’è sempre un modo di agire non violento, e che l’uomo può pensare ed utilizzare quel modo a differenza degli animali, però forse noi vediamo la violenza nel leone che uccide, attraverso il giudizio umano. Se vivessimo in natura ci giudicheremmo se, per sopravvivere, uccidessimo una lepre a mani nude? Noi non ne abbiamo bisogno non perché abbiamo l’intelletto, ma perché ci sono i supermercati.
Togliendo il giudizio verso il leone, ritenendo normale il suo comportamento, la riflessione è che noi umani non abbiamo bisogno di fare “magia nera”, a chi ci ha fatto del male, perchè possiamo trovare altri mezzi pacifici. Bisogna però tenere presente che il “non avere bisogno” è un concetto soggettivo, quindi, chi lo stabilisce? Se fossimo genitori di un bimbo braccato da un pedofilo, che però gira libero, e non abbiamo il coraggio di denunciarlo per paura che uccida nostro figlio, non proveremmo a fermarlo con altri mezzi? Il senso è che il bisogno di danneggiare non nasce sempre dall’offesa, ma spesso dalla difesa. Possiamo contestare i mezzi, ma fino a che non siamo nella situazione è difficile contestare il bisogno che ha spinto a quel gesto. E la scelta su come agire spesso è un’ amalgama tra quel bisogno e il livello evolutivo che ci porta a riflettere su come agire al meglio, tenendo sempre conto delle conseguenze, assumendosi cioè la piena responsabilità della scelta. Forse non c’è un modo assoluto e quindi, giusto o sbagliato di agire, ma piuttosto utile o non utile al bisogno di quel momento. Per tornare all’esempio del pedofilo, si può scegliere anche di agire (anche senza magia) per danneggiarlo pur di salvare il bambino, chi può giudicare se sia giusto o sbagliato? Sicuramente dal punto di vista del bambino è stato utile agire così, con tutte le conseguenze del caso.
Credo che una volta compreso che cosa sia la magia e come funzioni poi ci venga più semplice applicarla per portare equilibrio. Ma equilibrio non è “bene”, è equilibrio. A volte per portare equilibrio ad una pianta dobbiamo tagliarle dei rami.
Però riflettiamo: reagire per difendersi? Non importa se usiamo la magia o l’astuzia o la forza fisica. La difesa è dettata da un impulso di sopravvivenza che può sfociare in violenza. Ma chi dice fin dove è giusto spingersi?
Se per una piccolezza rispondiamo con un pugno in faccia, è difesa? Oppure stiamo sfogando le nostre frustrazioni personali pregresse con la scusa di un pretesto?
E poi, reagiamo d’impeto maledicendo la persona che ci ha appena feriti? Oppure studiamo a tavolino con calma il maleficio? È ancora difesa, oppure sa più di vendetta?
Sugli animali e il loro agire emerge un ulteriore pensiero: sentirsi superiori a un’altra anima o razza, in quanto dignità e diritti significa svalutare l’altro essere. Sentirsi superiori invece ammettendo di avere maggior potere, significa assumersi delle responsabilità.
Se ci sentiamo superiori a un bambino, perché ammettiamo di avere più potere fisicamente, moralmente ed emotivamente, significa anche che ammettiamo di avere maggior responsabilità nei suoi confronti, in quanto la nostra potenza superiore a lui, se usata in maniera incosciente, può fargli del male.
In questo senso la razza umana può ritenersi superiore e più potente rispetto alle piante e agli animali, ma le nostre anime rispetto all’universo hanno dignità e diritti alla pari. Il nostro potere superiore ci porta a sentirci più responsabili e a tutelare e proteggere gli altri esseri dalla nostra stessa potenza. Quindi sì, l’uomo è superiore agli altri esseri viventi, ma per rispettare la natura non devo fingere di non avere quel potere. Non devo rinnegare la mia razza dicendo che siamo animali anche noi. Non devo fingermi una pianta, devo piuttosto imparare ad usare il mio potere in maniera responsabile. E per farlo bisogna capire e ammettere che noi umani abbiamo un immenso potere.
Ma questo potere su cosa si basa? Siamo superiori a un bambino per forza fisica, morale ed emotiva. Ma rispetto a un toro che viene verso di noi un po’ arrabbiato? Chi è che determina la superiorità? Noi umani ci siamo autoeletti superiori solo perché abbiamo il cervello più complesso, quindi in base ad una caratteristica fisica. È come dire che le modelle sono superiori perché hanno il sedere più bello. E’ un discorso un po’ pericoloso, perchè basta ricordarsi degli effetti della famosa “razza ariana”, o della schiavitù nata dalle differenze del colore della pelle.
La capacità di manipolazione che ha l’uomo spesso ci porta a montarci la testa con le razze ariane e molti altri mali. Ma proprio per questo bisogna stare attenti a come usare il nostro potenziale umano. E se non capisco di avere questo potenziale pericoloso non lo posso controllare, e qui rientra la magia rivolta al male, sia consapevole che inconsapevole. E’ questione di sapere di poterlo fare, e scegliere, in base a se stessi, se farlo o no. E qui, la consapevolezza gioca un ruolo chiave.
Possiamo quindi cercare di essere consapevoli di far parte di una razza che ha messo in moto una macchina distruttiva. In qualche modo ognuno di noi contribuisce a questo spesso senza volerlo.
E possiamo rivalutare il nostro essere parte del mondo, che non vuol dire rinnegare la propria umanità o potere anzi, vuol dire essere umani che si sentono parte del tutto in armonia ed equilibrio.
Un film consigliato sul tema è “2001: Odissea nello spazio” in cui si vedono i primati che entrano in contatto con il monolite grazie al quale si “attiva” un’evoluzione e una di queste scimmie (presumibilmente la più forte) prendendo un osso da una carcassa capisce che può usarla come arma. La prima cosa che fa è dunque aggredire un proprio simile.( link del pezzo su Youtube)
Siamo in grado grazie alla nostra intelligenza di apprendere, di avere accesso alla conoscenza (del bene e del male) ma sta a noi decidere come usare questa conoscenza e un detto dei Nativi Americani lo esprime egregiamente.
“L’uomo ha ricevuto dalla Natura il dono di essere superiore agli altri viventi, non per comandare gli animali, non per devastare i territori, ma per essere custode della loro bellezza e difenderla.”
Il concetto moderno di magia
Teniamo anche presente che il concetto di magia nera è piuttosto New Age, e spesso si ricollega alle streghe da banco, o comunque alle neo religioni.
La divisione bianca/nera non è pagana ma cristiana. Si inizia a vedere quando i primi sacerdoti dovevano giustificare l’esistenza dei loro riti (funebri, purificatori, nascita, ma anche la preghiera stessa, ecc..) e condannare quelli pressoché identici delle culture che volevano debellare. Inoltre la visione cromatica è strettamente occidentale e moderna visto che il senso dei colori cambia a seconda delle culture del mondo.
In tempi antichi non vi era minimamente questa distinzione e scavando nelle culture più antiche avevamo i maghi e gli sciamani che operavano presso le file politiche e che talvolta utilizzavano le loro abilità in favore di un candidato piuttosto che di un altro.
Ma anche in quel caso si dipinge tutto un altro contesto.
“Le streghe fanno magia nera” se lo chiedi a un qualsiasi cristiano ti risponderà così, perchè la magia nera spesso era associata al demonio che era il male.
Scavando e studiando le varie culture del mondo ci accorgeremo che in realtà questa concezione di magia nera, è un retaggio del cristianesimo principalmente.
La responsabilità di fare magia
Se tu fai un rituale per trovare il lavoro magari un dipendente viene licenziato per dare spazio a te.
Una cosa del genere messa giù in maniera più comica c’è nel film-musical “Ballo Ballo” dove l’amica della protagonista prega una santa per far sì che qualcuna si rompa una gamba, per dare un’occasione alla protagonista. (Se tizia si rompe un piede allora tu potrai prendere il suo posto sul palco dal momento che sei una riserva).
Ma poi onestamente quanta energia siamo convinti di muovere?
Tirando in ballo lo Shintoismo, quando tu fai una richiesta ad una divinità (energia) questa ti dà solo una piccolissima percentuale di aiuto.
Non è saggio però dire che le forze che possiamo smuovere sono poche o piccole al punto di poter agire liberamente, ma piuttosto possiamo riflettere più attentamente sulla portata del cambiamento che stiamo generando, consapevoli che grande o piccolo, andiamo ad interferire.
La richiesta infatti ci mette in una condizione di presenza e attesa, il che ci permette di raccogliere energia e direzionarla come un laser verso qualcosa. Di essere più centrati insomma, il resto si muove di conseguenza.
Talvolta capita anche involontariamente di indirizzare energie poco positive verso una persona, ed è per questo che parte integrante delle pratiche è la presenza e il lavoro su di sé. Nessun percorso spirituale dovrebbe essere scisso dal lavoro personale, proprio per evitare di dirigere involontariamente energie poco equilibrate nel mondo.
Possiamo però partire dal presupposto di non interferire mai con la vita altrui e utilizzare la magia come mezzo di crescita personale. Esempio: se vogliamo una cosa, non chiediamo la cosa, che appunto potrebbe causare una perdita ad altri, ma piuttosto chiediamoci perché quella cosa non riusciamo ad ottenerla e su cosa dobbiamo lavorare per attrarla, forse eliminare un condizionamento o una paura. Possiamo quindi applicare la magia per un cambiamento interiore, che poi è anche quello più duraturo.
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Al prossimo articolo!