Il libro del mese: De l’Infinito, Universo e Mondi
Da quando feci un sogno in cui vidi Giordano Bruno, ho iniziato ad interessarmi e a studiare le sue teorie. Molti dei suoi scritti sono talmente attuali da far venire i brividi. Nonostante fosse un uomo di chiesa, era fortemente convinto che l’universo fosse infinito, popolato da diversi mondi ma soprattutto era sicuro che Dio fosse nella Natura. Per queste, e altre sue idee che pregiudicavano il potere della Chiesa di Roma, e che lui decise di non abiurare, fu condannato al rogo. Morì per ciò in cui credeva, e secoli dopo, la Chiesa ha dovuto chiedere perdono per quel gesto ignobile. Ma come ogni scintilla, Giordano Bruno ha lasciato molti suoi scritti che possiamo ancora leggere e farne tesoro. Questo che ti consiglio oggi è uno dei tanti testi a cui fare riferimento, per conoscere questo grande maestro.
Ti lascio alcuni cenni su di lui e la sinossi del libro, che ho tratto direttamente dal sito Il Giardino dei libri, dove puoi anche acquistare o consultare gli altri testi proposti.
“Scritto in italiano volgare, pubblicato a Parigi nel 1584, questo libro è il primo adattamento in lingua moderna del testo in cui il Nolano spiega l’universo come un infinito di “campi immensi ed eterei”, ciascuno abitato da mondi e astri che perseguono, come animali, il proprio sviluppo vitale.
Difensore accanito del divino, Bruno si colloca al di là di Copernico e, superando le sue concezioni astronomiche, pone l’uno e il molteplice, Dio e la materia – sua creazione – come indissolubilmente legati, eterni e senza limiti, uniti dallo stesso desiderio di suscitare la vita.
Scardinando il geocentrismo tolemaico e la cosmologia di Aristotele, che la chiesa fa sua, Bruno concepisce un universo senza limiti, popolato di innumerevoli mondi.”
Giordano Bruno (Nola, 1548 – Roma, 1600), è stato un filosofo, scrittore, e frate domenicano italiano. Tra i punti chiave della sua concezione filosofica, Bruno elaborò una nuova teologia, dove Dio è intelletto creatore e ordinatore di tutto ciò che è in natura, ma nello stesso tempo Natura stessa divinizzata, in un’inscindibile unità panteistica di pensiero e materia. Per queste convinzioni, giudicate eretiche, fu condannato al rogo dall’Inquisizione della Chiesa romana.
Grazie per aver letto fino a qui, e spero che il consiglio letterario di questo mese possa accendere tante scintille di eresia 🖤