Donne eretiche: Alice Kyteler
Ho scoperto l’esistenza di questa donna durante lo studio della pianta di prezzemolo perchè sembra che sia stata nominata per la prima volta insieme all’achillea, come pianta legata alle malefiche streghe, durante il processo di Alice Kyteler, una donna irlandese originaria di Kilkenny accusata di stregoneria. Il riferimento temporale della sua vita rientra tra
1280 e il 1325.
Dopo l’elezione di Papa Giovanni XXII, la stregoneria venne aggiunta alla lunga lista delle eresie che la chiesa cattolica condannava fortemente,
nella sua bolla Super illius specula. E così, il processo di Alice fu uno dei primi con l’accusa di stregoneria dove compare la dichiarazione di una strega che giace con il diavolo:
Gli Annales Hiberniae, ovvero delle cronache irlandesi sui fatti importanti della Chiesa, affermano che: Ricardus Ledered, episcopus Ossoriensis, citavit Aliciam Ketil, ut se purgaret de heretica pravitate; quae magiae convicta est, nam certo comprobatum est, quendam demonem incubum (nomine Robin Artisson) concubuisse cum ea … – cioè, che Kyteler ebbe rapporti sessuali con un demone chiamato “Robin Artisson”.
Il suo processo avvenne nel 1324, dopo le accuse di molti che sostenevano di averla vista spazzare alcune polveri davanti casa del figlio William recitando canti come:
“Nella casa di William, mio figlio, vada tutta la ricchezza di Kilkeny…”
Altre accuse sostenevano di averla vista uccidere galli neri e partecipare ai riti con il demonio, mentre un’altra versione la vede come causa della morte dei sui 4 mariti, una situazione che anche oggi sarebbe considerata sospetta, figuratevi nell’Europa del XIV secolo! A onore del vero il quarto marito di Alice espresse, prima di morire, l’accusa di essere stato avvelenato e così i figli degli altri mariti di Alice la accusarono di aver ucciso con malefici e stregonerie, i loro padri, e che grazie alla loro morte divenne una donna molto ricca.
Sembra infatti che Alice avesse molti nemici a causa della sua ricchezza, che le permetteva di essere una donna influente soprattutto nel settore dei presta soldi. I suoi nemici volevano semplicemente eliminarla e le accuse di eresia e poi di stregoneria divennero degli ottimi strumenti.
Per comprendere quanto Alice fosse influente ci basta sapere che Richard de Ledrede , vescovo di Ossory , nel 1324, dopo l’accusa ufficiale di stregoneria nei confronti di Alice, fece i primi tentativi per arrestarla. Alice chiese allora l’assistenza di potenti amici. Il vescovo fu imprigionato e interrogato e quando fu rilasciato ricorse all’aiuto politico, coinvolgendo un cancelliere per procedere con l’arresto di Alice, ma sembra che quel cancelliere fosse il fratello del primo marito di Alice e che quindi, con dei ritardi nei procedimenti, permise a Alice di fuggire (sembra che raggiunse proprio il fratello del primo marito, il cancelliere, che fu poi accusato e scagionato, di ospitare eretici).
Le accuse che la resero un’eretica furono di aver rinnegato la fede in Cristo, di sacrificare animali al demonio, di tenere riunioni segrete ed eretiche nelle chiese, di usare pozioni per maleficiare, di giacere col demonio e di aver ucciso i suoi mariti.
Le accuse furono rivolte anche a coloro che partecipavano alle sue riunioni, prevalentemente persone della classe operaia, e furono formulate soprattutto sulla base della confessione della sua serva Petronilla che fu torturata e accusata anch’essa di stregoneria. Confessioni ovviamente non spontanee.
Nella rivisitazione del vescovo Ledrede della confessione della serva, scrive:
“In una di queste occasioni, al bivio fuori città, aveva fatto un’offerta di tre galli a un certo demone che chiamava Roberto, figlio d’Arte ( Robertum filium Artis), dalle profondità degli inferi. Aveva versato il sangue dei galli, tagliato a pezzi gli animali e mescolato gli intestini con ragni e altri vermi neri come gli scorpioni, con un’erba chiamata achillea e con altre erbe e orribili vermi. Aveva fatto bollire questa mistura in una pentola con il cervello e gli abiti di un ragazzo morto senza battesimo e con la testa di un ladro che era stato decapitato… Petronilla disse di averlo fatto più volte su istigazione di Alice e una volta in sua presenza, demoni consultati e ricevuto risposte. Aveva acconsentito a un patto in base al quale sarebbe stata la tramite tra Alice e il detto Robert, suo amico. In pubblico, raccontò di aver visto con i propri occhi il suddetto demone in tre forme ( praedictus daemon tertius ), nella forma di tre uomini neri (aethiopo ) ciascuno portante un’asta di ferro in mano. Questa apparizione avvenne alla luce del giorno ( de die ) davanti alla detta Dama Alice, e, mentre Petronilla stessa stava guardando, l’apparizione ebbe rapporti con Alice. Dopo questo atto vergognoso, con le sue stesse mani (Alice?) pulì con le lenzuola ( kanevacio ) il luogo disgustoso del suo stesso letto.”
Sappiamo che Alice riuscì a fuggire, mentre la serva fu arsa sul rogo il 3 novembre 1324 in un luogo dove oggi sorge il municipio della cittadina di Kilkenny. Il figlio barattò la sua vita promettendo di metterla al servizio di Dio. Sappiamo infatti che si offrì di di rifare il tetto della cattedrale di St Canice con tegole di piombo e fu obbligato a sfamare i poveri e ad ascoltare la messa per tre volte al giorno.
Per i curiosi, sembra che la casa di Alice sia ancora esistente e si trovi
St Kieran’s st al numero 27 e che ora ospiti un ristorante.
Concludo dicendo che vi sono molti riferimenti a Alice nella letteratura, come ad esempio nel libro “Il nome della rosa” o le cronache scritte dal vescovo Ledrede, ed esiste un libro intitolato “A.D. 1324. Alice Kyteler. La strega di Kilkenny” in cui si parla della sua storia.
Ti lascio con un riferimento di Alice in una poesia di William Butler Yeats trovata su Wikipedia:
“Ma ora il vento cala, la polvere si deposita; allora
vacilla oltre, i suoi grandi occhi senza pensiero,
sotto l’ombra di stupidi riccioli pallidi come la paglia,
quell’insolente demonio Robert Artisson
al quale la disperata Lady Kyteler portò
piume di pavone bronzate, pettini rossi dei suoi galli.”
Negli anni in cui abbiamo esplorato le vite delle “streghe” abbiamo scoperto che molte di loro erano semplici guaritrici, altre dedite a culti antichi, altre volte ancora, erano donne troppo scomode. Ciò che avevano in comune era di provocare disagio e paura tra gli uomini potenti, che sfruttarono l’ignoranza dei vicini di casa per portare alla morte queste donne senza sporcarsi le mani o prendersi alcuna responsabilità. Impariamo dal passato e facciamo in modo che questo non accada più.