Voci dal bosco: Pratofiorito e i sabba delle Streghe
Nel Comune di Bagni di Lucca si trova un posto estremamente magico: monte Prato Fiorito. A pochi chilometri dal famoso Ponte del Diavolo, questo monte non è da meno in quanto a leggende. Fa parte dell’Appennino Lucchese, guarda il mare e le catene montuose vicine, ricevendo energie e nutrimento che lo rendono un monte ricchissimo di erbe e fiori.
Sappiamo infatti che era un luogo popolato da guaritori della zona che raccoglievano le erbe nel periodo del solstizio estivo, ma le leggende che arrivano a noi parlano di esseri demoniaci e streghe malefiche. Ti ricorda qualcosa? Ne abbiamo già parlato a lungo di questo argomento, di come cioè le streghe, da abili guaritrici, divennero persone malvage da condannare. Tutto questo fu possibile grazie ad un’opera di umiliazione delle antiche conoscenze da parte di chi le temeva, come la chiesa e i medici. Ma torniamo a noi.
Dietro le leggende si nascondono storie importanti, che in questo modo restano nella memoria, per cui, prendiamo ciò che ci arriva e proviamo a leggerlo con una lente diversa.
Una delle leggende ci racconta di come nelle notti senza luna, le streghe si radunassero per celebrare il diavolo, che elargiva i suoi poteri solo a chi ne era degno. Soprattutto alle giovani streghe. Dall’antropologia, sappiamo che nel Medioevo e anche nei periodi successivi, quando le pratiche magiche ma anche quelle di guarigione erano mal viste, le donne si riunivano in segreto per tramandarsi ricette e rimedi. Le riunioni delle congreghe erano il momento perfetto per iniziare le giovani che avrebbero portato avanti la sapienza. Quale miglior momento se non con il cielo scuro senza luna, nei boschi isolati? Ma questa è una solo una mia riflessione.
La leggenda forse più famosa riguarda però il Solstizio estivo quando si dice che le streghe partivano da Borgo a Mozzano e attraversando il Ponte del Diavolo, si alzavano il volo con il vento (che sempre secondo le leggende provocavano loro insieme ai temporali) e raggiungevano così la cima di Prato Fiorito per celebrare il Sabba. Anche qui sorge la stessa riflessione: siamo nel periodo solstiziale, quando venivano raccolte le erbe per i rimedi, pratica che non era ben vista dalla nuova classe medica. Inoltre molte guaritrici praticavano anche dei riti alla natura, alle fate e agli spiriti di cui la Garfagnana e la zona di Bagni di Lucca è piena. Riti e offerte, canti e balli. Chi lo sa. Certo è che queste pratiche dovevano essere eliminate. Anche nei processi per stregoneria si fa riferimento a Prato Fiorito, nello specifico nel processo della strega Crezia che si cospargeva di unguento e volava al “Prato dei Fiori” con le sue compagne. Il suo racconto è gioioso! Si legge nelle carte: ” allora doveva andare, proprio andare! Anzi occorreva affrettarsi perchè sicuramente sarebbero corse tutte assieme a danzare al Prato dei Fiori”.
Un’altra leggenda poco conosciuta in cui viene nominato Prato Fiorito è quella che racconta di una barca attraccata nel Serchio, nella zona tra Marlia e Saltocchio, località a pochi chilometri in linea d’aria da Prato Fiorito, con la quale era possibile passare da una sponda all’altra. Una notte tre donne chiesero di usare la barca per volare a Prato Fiorito, usando questa formula:
“Deve andare per una, deve andare per due, deve andare per tre”. I temi del volo e delle formule ritornano sempre.
Anche nel racconto di Giovanni Pascoli “La Cunella” si legge questo importante riferimento che fa capire quanto fosse radiata l’unione streghe-Prato Fiorito: “Ah! Vecchiaccia del diavolo! Va su Prato Fiorito! Ora vedo che lo maldocchiasti tu!”
Possiamo non avere molti dubbi, che questo luogo sia legato alle streghe e alle pratiche antiche, anche quelle di guarigione, se non altro per la varietà immensa di erbe spontanee che nascono qui!
Ma le leggende riguardano anche altri aspetti: ad esempio si dice che sulla cima sorgesse un monastero, orma non più visibile, dal quale uscivano mostri di ogni genere. Intorno a loro apparivano castelli evanescenti che facevano da scenario ai loro balli. Qualcuno dice di aver sentito le urla degli spiriti in queste notti infestate..
E che dire poi del vecchio eremita che terrorizzava i pastori della zona? Per vendicarsi dei suoi brutti scherzi, i pastori intagliarono delle zucche all’interno delle quali misero delle candele per far spaventare l’eremita che in effetti, alla vista di quei volti fiammeggianti, si ritirò nella sua dimora in solitudine. Siamo probabilmente nel periodo di Samhain e l’eremita ricorda molto gli spiriti che vagano in queste notti e che nella cultura moderna si cerca di spaventare con le zucche intagliate. Quante leggende e storie racchiude questo luogo!
E poi beh, un posto d’onore dobbiamo tenerlo alla fine di questo racconto. Le cime del monte Prato Fiorito furono calpestate dal poeta inglese Percy Bysshe Shelley, che, pare, svenne a causa dell’intenso aroma dei fiori presenti sulla sommità del monte!
E’ stato proprio un viaggio affascinante, e ogni tanto torno in questo luogo perchè ne sento il richiamo, soprattutto in estate.
Vi lascio qualche scatto per sognare con me. Conoscete altre leggende su questo luogo?