Il disco di Nebra
Il disco di Nebra è considerato la più antica raffigurazione del cielo. Gli archeologi datano questo reperto tra il 2000 e il 1700 a.C. Nebra è il luogo vicino al ritrovamento purtroppo avvenuto per mano di due tombaroli che ne hanno danneggiato la superficie nel tentativo di pulirla per rivenderla.
Inoltre alcuni studiosi pensano che questo disco di bronzo sia la rappresentazione del cielo in determinati momenti osservati proprio in quel luogo specifico e probabilmente conoscere la sua posizione al momento del ritrovamento avrebbe fornito altri indizi sul suo scopo, forse rituale, dal fatto che insieme a questa lastra di bronzo vi erano altri oggetti simili a offerte come spade e bracciali.
Alcuni sostengono che sia un calendario astronomico, che appunto descrive la composizione del cielo in determinati momenti stagionali in quei luoghi nei pressi di Nebra, ad esempio le 7 stelle dorate, raggruppate in alto sembrano essere le Pleiadi e originariamente, oltre alla striscia sul bordo destro ve ne era una anche sul lato sinistro che secondo le osservazioni degli archeologi sono la raffigurazione delle albe e dei tramonti nei due Solstizi.
LE VARIE FASI DEL DISCO DI NEBRA
Dalla sua creazione, è stato modificato per quasi 200 anni, aggiungendo elementi significativi proprio per il suo uso come “calendario astronomico”.
Inizialmente sembra che il disco apparisse con solo la Luna piena(o il Sole) , la falce di Luna e le 25 stelle dorate, con le Pleiadi sempre visibili.
Questa composizione del cielo indica due momenti precisi dell’anno: marzo e ottobre, e probabilmente indicava l’inizio della semina e l’inizio dei raccolti.
La seconda aggiunta riguarda le fasce laterali che secondo gli studi risultano essere le albe e i tramonti durante i due solstizi in relazione al monte Mittelberg, vicino alla zona del ritrovamento.
Qui sotto è riprodotto l’uso di questo disco.
Tre fasi di misurazione astronomica con il disco posizionato sul monte Mittelberg, Successivamente: solstizio d’estate; equinozi primavera/autunno; solstizio d’inverno. Opera propria Rainer Zenz. Dominio pubblico.
La terza e ultima lavorazione del Disco, riguarda l’aggiunta di una barca solare, che potrebbe simboleggiare il percorso del Sole da Ovest a Est. Questa iconografia richiama quella Egiziana e gli studiosi si sono chiesti se il disco potesse essere un oggetto importato dall’Oriente. L’analisi del materiale però conferma che il disco sia stato creato in centro Europa. Probabilmente, il concetto della Barca del Sole è un archetipo della coscienza collettiva che si è manifestato in molte culture diverse come ad esempio quella Scandinava e Mediterranea oltre che appunto, quella Egizia.
Conclusione
Molti studiosi ormai sono concordi nell’affermare che il Disco di Nebra sia un oggetto legato ai riti della Natura che l’uomo antico svolgeva osservando il cielo. I luoghi vicino a Nebra erano già abitati da cacciatori dell’era glaciale, e a pochi chilometri da Nebra vi era il cerchio di Goseck creato con pali in legno e un fossato, utilizzato come osservatorio astronomico e luogo di culto, risalente al 5000 a.C .
E’ una zona ricca di testimonianze di come l’uomo antico seguisse il movimento degli astri per determinare la sua vita quotidiana, forse furono davvero i primi ad applicare il concetto “come sopra, così sotto” senza che nessun sapiente avesse spiegato loro le Leggi, ma semplicemente osservando e vivendo la Natura.
E’ una grande emozione poter conoscere questi aspetti del nostro passato, grazie alla cultura antica oggi siamo qui come figli di quella stessa Grande Madre portando avanti ciò che ci hanno lasciato in eredità. Facciamone buon uso.
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Fonti:
focus.it
storia-controstoria.org
wikipedia.org