Donne eretiche: Sibilla e Pierina di Milano
“I vescovi e i loro ministri vedano di applicarsi con tutte le loro energie per sradicare interamente dalle proprie parrocchie la pratica perniciosa della divinazione e della magia, che furono inventate dal diavolo […]. Né bisogna dimenticare che certe donne depravate, le quali si sono volte a Satana e si sono lasciate sviare da illusioni e seduzioni diaboliche, credono e affermano di cavalcare la notte certune bestie al seguito di Diana, dea dei pagani, e di una moltitudine di donne; di attraversare larghi spazi di terre grazie al silenzio della notte e ubbidire ai suoi ordini e di essere chiamate alcune notti al suo servizio. Ma volesse il cielo che soltanto loro fossero perite nella loro falsa credenza e non avessero trascinato parecchi altri nella perdizione dell’anima. Moltissimi, infatti, si sono lasciati illudere da questi inganni e credono che tutto ciò sia vero, e in tal modo si allontanano dalla vera fede e cadono nell’errore dei pagani, credendo che vi siano altri dèi o divinità oltre all’unico Dio.”
Questo è ciò che si legge nel Canon Episcopi un testo destinato ai vescovi sin cui sono raccolte delle linee guida affidabili e autorevoli per affrontare i casi di stregoneria. Si nota chiaramente come, fino a questo punto, circa il 900 d.C, quando fu scritto questo testo, le pratiche magiche e i voli al sabba legati al culto di Diana italica che sopravvisse nel Medioevo, erano considerate solo frutto della fantasia. La stregoneria non era un reato dunque, il reato era credere alla sua esistenza. Per quanto questo periodo fu considerato uno dei più bui della storia, la caccia alle streghe non era ancora iniziata. Assistiamo alla sua tragica riscossa nel periodo del Rinascimento e il caso di Pierina e Sibilla, evidenzia molto bene questo passaggio da una concezione all’altra. Al confine tra Medioevo ed età moderna prese vita il Malleus Maleficarum (1487), un testo che, a differenza del Canon Episcopi, dichiara la stregoneria una pratica reale, da perseguire nei modi più orribili mai partoriti dalla mente umana e nato per mano di due uomini di fede. In questo periodo la storia vede lo sviluppo di molte discipline moderne come la medicina, la fisica, la matematica. La mente domina, lasciando poco spazio al resto e il pericolo che certi antichi riti potevano causare, era di compromettere lo sviluppo di queste arti moderne, prevalentemente portate avanti da uomini. Non bastava più dichiarare la stregoneria come superstizione, perchè probabilmente si accorsero che la sua pratica era troppo radicata, e così la caccia alle streghe iniziò, intensa e crudele, con gli esiti che tutti conosciamo. Il nemico, prevalentemente donne, doveva essere eliminato. Nell’articolo dedicato alla strega guaritrice ho inserito molte informazioni sul perchè, ti rimando dunque a questa lettura.
Pierina e sibilla
Sibilla Zanni e Pierina Bugatis erano due donne di Milano, che furono arse a Milano in piazza Sant’Eustorgio nel 1390.
Furono protagoniste di due processi. Nel primo, del 1384, davanti all’inquisitore frate Ruggero da Casale, ammisero di aver frequentato molte volte un gruppo segreto in cui si riunivano vivi e morti, al cospetto della signora Oriente e partecipato ai suoi giochi. Si tratta di Diana, la domina ludi, colei che è la signora dei giochi. Veniva anche chiamata ufficialmente Erodiade, ma dal popolo era nota come Oriente o Madonna. Nelle testimonianze dei processi si leggono molti tratti distintivi. Si legge che era una signora onnipotente e che prevede il futuro, capace di resuscitare gli animali che vengono mangiati nei banchetti, sapiente nell’uso delle erbe. Le donne che raccontavano della loro partecipazione ai giochi, tra il giovedì e il venerdì, si sentivano grate e felici. Raccontano poi di recarsi tutti in corteo nelle case, dove Madonna oriente lasciava la sua benedizione se queste fossero state pulite e ordinate. Questo aspetto ricorre anche nel nord Europa, in relazione al corteo delle fate, guidate dalla Signora che è associata infatti alla figura della Dea Diana.
Le loro confessioni furono considerate, da frate Ruggero e dall’
arcivescovo di Milano, Antonio da Saluzzo, frutto di immaginazione o sogni e fantasie dovute probabilmente dall’assunzione di sostanze allucinogene o ad una “illusione diabolica“. Furono dunque condannate per la loro superstizione ad un pentimento pubblico, obbligandole ad indossare come punizione un abito sul quale erano cucite due croci gialle o rosse e di rimanere abbigliate in questo modo di fronte alla chiesa di San Francesco, San Marco e Sant’Eustorgio. Dopo 10 giorni dalla sentenza avrebbero anche dovuto versare come risarcimento una somma di 10 Fiorini.
Portare l’abito con le croci gialle era usanza comune nelle punizioni dell’Inquisizione. Si legge nel “Dizionario storico de’ culti religiosi stabiliti sopra la terra dall’origine del mondo sino al presente tempo” e in un altro testo relativo all’Inquisizione spagnola (Misteri dell’Inquisizione ed altre società segrete di Spagna) che i condannati, in base alla gravità del reato, vengono obbligati a sostare presso le chiese vestiti con le croci gialle. Questo scapolare viene chiamato di San Benito (San Benedetto, fondatore dell’ordine dei benedettini, considerato patrono d’Europa per la diffusione del suo culto e creatore della regola monastica “ora et labora” ovvero prega e lavora). Un altro nome per lo scapolare era zamarra, diffuso in Spagna. Spesso, se la pena finale era la morte, questo abito accompagnava i condannati al rogo. Chiunque avesse portato questo “abito” era per sempre disonorato, perdendo anche i diritti civili e politici. La condanna si estendeva anche ai discendenti.
Sibilla e Pierina credevano nel magico, erano superstiziose e di conseguenza, contaminate anche dalla fede Cristiana, credevano al demonio. I tribunali, fino a quel momento erano scettici sulla realtà di queste confessioni. Dopo 6 anni le imputate furono richiamate processo dall’Inquisitore di Milano Beltramino da Cernuscullo. Le donne avevano rinnegato gli errori e promesso di non commettere più eresia credendo a certe fantasie, e invece Pierina e Sibilla tornarono a giocare con la dama. Avevano per lei un’attrazione fatale e si rivolgevano a lei con amore “state bene Madonna Oriente” ricevendo in risposta: “benvenute figlie mie“. Pierina andava al Gioco da quando aveva 16 anni, quando la zia Anexina la obbligò a sostituirla per l’occasione, perchè solo così avrebbe potuto morire.
In un processo si dice che Madonna Oriente insegna ai membri della sua compagnia molti segreti fra i quali i poteri delle erbe e i saperi riguardanti malattie e malefizi, inoltre nella compagnia della signora si uccidono animali e se ne mangiano le carni ma le ossa vengono riposte nella pelle e la signora con una bacchetta percuote la pelle degli animali uccisi facendogli risorgere. A queste confessioni sul gioco si aggiunse un nuovo elemento: Pierina parla del diavolo, chiamandolo Lucifello, specificando di aver avuto dei rapporti sessuali con lui e di avergli donato del sangue per stringere un patto, e di averne ricevuto da lui. Nel secondo processo, quando l’aria cambiò, questa affermazione non piacque agli inquisitori, che nei 6 anni tra il primo e il secondo processo, si convinsero dell’esistenza di certe pratiche.
Sappiamo anche che Pierina confessò di considerare Madonna Oriente come la Signora della loro compagnia, proprio come Cristo è Signore del mondo. Non vi era più molta clemenza verso chi credeva nel soprannaturale e mescolava pratiche eretiche con quelle cristiane, così le donne furono condannate al rogo nell’estate del 1390 a pochi mesi di distanza.
Negli atti dei processi viene sottolineato il fatto che ” erano ricadute nell’eresia già abiurata” come se questo aggravasse la loro posizione. Si legge infatti “eretiche relapse” ovvero recidive, per le quali vi era la condanna a morte in base ai procedimenti canonici.
Il loro processo, con relativa condanna al rogo, segna l’inizio della caccia alle streghe alle porte dell’era Moderna.
Riflessioni
Pierina e Sibilla, vivevano in un epoca in cui era ancora accessibile il confine tra sogno e realtà, confine che come già detto, poteva essere pericoloso per le nuove arti maschili che si affacciavano nella società. Come si poteva dire ad una donna dell’epoca, ancora legata alla terra e ai cicli della natura che sbagliava a credere all’esistenza di spiriti, o che le erbe dei rimedi fossero solo strumenti demoniaci? Per quanto le loro credenze fossero più folkloristiche che animiste, la gente del Medioevo aveva conservato ancora molto dell’antica religione nella loro vita. Ed è proprio questo uno dei punti fondamentali: non c’era una vera e propria separazione tra la vita quotidiana e quella “spirituale”. In uno scritto di Luisa Muraro si trovano infatti molte similitudini tra le mansioni diurne delle donne e quelle notturne: la cura domestica, per esempio, era uno dei valori che Madonna Oriente teneva in considerazione per elargire le sue benedizioni; la preoccupazione di mantenere un equilibrio demografico, suggerita dalla regola di farsi sostituire prima di morire all’interno della congrega. Pierina entrò nella “società di Diana” quando sua zia lasciò il piano terreno, unendosi alla schiera degli spiriti defunti che partecipavano al corteo. Inoltre, aspetto molto più conosciuto, era la capacità di divinare e di guarire, attività diurna delle guaritrici appresa durante le lezioni di Madonna Oriente .
Come al solito mi sono fatta trasportare da questa ricerca, perchè ogni volta che tocco certi temi sento di dover sviscerare ogni dettaglio per portare alla luce più memorie.
Buon riposo Sibilla e Pierina
Fonti
Vanna de Angelis – Le streghe
Pamela Giorgi – Donne sante, donne streghe
Vanna de Angelis – Dalla parte delle Streghe
Appunti miei delle varie ricerche personali