Voci dal bosco: Prezzemolina

Petrosinella, scolpita sulle mura del castello di Lagopesole, da dove arriva la sua storia. 

Nelle storie sono racchiusi messaggi che spesso sfuggono ai nostri occhi. 

La storia di prezzemolina si intreccia con prati fatati e naturalmente con campi di profumato prezzemolo. In questa storia è messo in luce il rapporto tra questa pianta, per noi comunissima, e il mondo di sotto, quello degli spiriti di natura. Ci parla del prezzemolo come un elemento fondamentale per entrare nel loro mondo, dove solo chi sa rispettare le sue regole, ne esce rinnovato e trionfante. 

Il nome originale della storia è Petrosinella, dal nome del prezzemolo Petroselinum e si tratta di un racconto di Giambattista Basile, che raccolse molte storie del folklore, poi ripreso dai Fratelli Grimm nella fiaba di Raperonzolo, dove ricorrono gli stessi meccanismi e simboli.

Tutto comincia in seno a una coppia, che viveva ai confini di un orto delle fate dove cresceva un meraviglioso prato di prezzemolo.

La donna, incinta, aveva una grande voglia di prezzemolo, così quando le fate si furono allontanate si calò con una scala di seta e ne mangiò a volontà. Stupisce questo particolare della scala di seta, una scala dunque fatta di un materiale pregiato, segno che la donna non fosse povera, e che dunque avrebbe potuto comprare, invece che rubare, quella succulenta erba. Ma l’atto del rubare o del rapire è proprio una chiave di lettura di queste fiabe.  Si tratta di sottrarre senza permesso a un’entità superiore, innescando così un meccanismo di ritorsione che fa parte del rito iniziatico, poichè viene infranto il tabù rispetto a ciò che è sacro e inviolabile, in questo caso il prezzemolo per le fate, loro simbolo e pianta sacra di collegamento con il loro mondo. Troviamo questi tabù in molte storie, una delle più famose è quella di Adamo ed Eva, ai quali Dio in persona ordina di non mangiare dall’albero della conoscenza, pena l’espulsione dall’Eden. Eva, come la madre di Prezzemolina, si nutre invece del frutto proibito, sfidando il tabù che permetterà loro di “cambiare vita” attraverso prove iniziatiche. Andiamo avanti con la storia.

La madre continuo così per giorni, ma le fate si accorsero che il prezzemolo era sempre più rado e capirono che qualcuno lo rubava. Così decisero di scoprire l’identità del ladro, cogliendo sul fatto la donna che si giustificò dicendo che era incinta e ne aveva molta voglia.

Le fate la perdonarono ma decisero che per lasciar andare la donna, questa avrebbe dovuto chiamare il figlio o la figlia Prezzemolino o Prezzemolina e poi, una volta cresciuto sarebbe dovuto o dovuta andare a vivere insieme alle fate, ovvero nel mondo di sotto, legato a spiriti e antenati. Considerando che il prezzemolo è una pianta abortiva, non stupisce che grazie ad esso, un bambino nel grembo, possa giungere nell’Altrove, al cospetto di spiriti che lo accolgono nel loro mondo.

Nacque una bambina e quando fu fanciulla le fate ricordarono alla madre il patto stretto con loro anni prima. Dopo aver ignorato per molto tempo i solleciti delle fate a consegnare loro la fanciulla, la madre acconsentì a lasciarla andare con loro che la chiusero in una stanza nera, con l’incarico di tingerla di bianco con tutti gli uccelli del mondo. Se questa richiesta non fosse stata accolta, l’avrebbero mangiata. Questa è una prima prova iniziatica delle fate, quella di trasformare l’oscurità (la propria) in un messaggio di vita e libertà, solo con le proprie abilità e la propria forza.

Disperata la fanciulla si sentiva persa, ma arrivò il cugino del fate, Memè che in cambio di un bacio le propose che avrebbe fatto il lavoro al suo posto. La fanciulla rifiutò sprezzante perché era molto pudica e non era intenzionata a farsi baciare da un uomo, ma lui, che apprezzò la sicurezza della giovane donna decise di aiutarla lo stesso. Le fate furono deluse di non poter mangiare la giovane, così la mandarono dalla loro regina, Morgana, con l’ordine di chiederle la scatola del bel giullare. Questo compito avrebbe decretato la morte della giovane ignara di tutto, ma alcuni esseri aiutanti che incontrò durante il tragitto, la misero in guardia e la aiutarono a superare questa prova, facendole recuperare lo scrigno scappando dalle grinfie della regina. Morgana rappresenta il punto di culmine del mondo di sotto, può essere considerata come una guardiana a cui nulla sfugge, ma la giovane, estremamente connessa al prezzemolo, pianta del mondo di sotto, trova sempre gli aiuti necessari per sopravvivere in questa dimensione.

Tornata dalle fate, queste rimasero attonite e decisero, come soluzione finale, di mangiarla il giorno dopo, subito dopo le faccende che la ragazza era obbligata a fare. Il piano era di buttarla nel fuoco per farla cuocere insieme alle caldaie. 

In questa parte di storia ci sono due aspetti su cui soffermarci, il primo è che il particolare delle faccende di casa sembra davvero superfluo ai fini della storia, in realtà, fornisce una dimensione domestica, ordinaria della vita, dove una ragazza viene tenuta prigioniera a che scopo? Bene, Biancaneve, Vassilissa, Gretel, Cenerentola, erano tutte “serve” di entità “maggiori” e questo è proprio l’apprendistato, insieme alle prove da superare che le porterà, dove? Il secondo aspetto su cui soffermarci è il fatto che le fate vogliono mangiarla. Ma perchè adottarla per poi ucciderla? Come nella fiaba di Biancaneve, la matrigna sente nella giovane una potente rivale. Nelle storie dei cartoni questo appare come qualcosa di ingiusto, ma nelle storie iniziatiche, non vi era cattiveria nel sottoporre a prove dure, i discepoli. La minaccia della morte è un’energia che muove la storia stessa.

Il cugino Memè che apprezzava molto la fanciulla decise di salvarla e le propose di uccidere con lui le fate.

Quando le caldaie bollirono, Prezzemolina chiamò le fate, e con l’aiuto di Memè le getto nell’acqua bollente. Stesso finale per Hansel e Gretel, dove la strega finisce nel forno.

Memè la fece scendere in cantina dove brillavano tanti lumi che erano le anime delle fate, così lei li spense facendo scomparire per sempre le fate e la loro regina.

Memè e Prezzemolina si sposarono e andarono a vivere nel castello della regina delle fate. Dunque Prezzemolina, entra nel mondo di sotto, supera le prove iniziatiche e sostituisce la regina, vivendo così, felice e contenta e sicuramente “trasformata” dal suo viaggio. 

Visto come può essere ricca di simboli e significati, una semplice storia per bambini? Proprio per loro serviva mantenere questi antichi saperi..

Spero ti sia piaciuto questo viaggio nel mondo di sotto, e se conosci storie simili scrivimi che sarò felice di leggere.

Lisa

Ricercatrice spirituale, artigiana, figlia degli Spiriti...

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