La responsabilità di migliorare la propria vita
Siamo in un momento storico in cui tutti possiamo uscire dai nostri blocchi, difficoltà, affrontare limiti e paure. Ci vengono offerte moltissime strade, ma possiamo comunque riunirle in due cammini delineati da due caratteristiche: la strada passiva e quella attiva. Facendo questo lavoro a contatto con la gente in campo olistico, ho notato come negli anni le persone, non tutte ovviamente, scelgano la strada passiva con più leggerezza, ovvero rivolgersi ad operatori per “farsi aggiustare“.
Ciò che io e molti altri colleghi vogliamo comunicare alle persone quando si rivolgono a noi è invece il metodo attivo: faticoso, da veri coraggiosi ma quello che distrugge definitivamente il nostro “lato condizionato“.
Vediamo di che si tratta e su cosa si basa.
Il metodo passivo e quello attivo
Esempio di metodo passivo: ho un problema emotivo che mi blocca nel lavoro, vado da un operatore che mi tratta dandomi energia, rimedi, aprendo e chiudendo i chakra all’occorrenza e io esco dal suo studio molto più leggera, felice, e vedo il mondo un pochino più roseo. Solo che non ho la consapevolezza di come questi trattamenti del sintomo agiranno su di me a lungo termine, quasi certamente dopo poche settimane scoprirò di nuovo le stesse emozioni negative emergere e il lavoro sarà tutto da rifare. Posso allora decidere di diventare fedele cliente di quell’operatore o pormi la seguente domanda: “come mai ciò che volevo eliminare dalla mia vita è ancora qui?“.
Provo a dare una risposta semplice ed immediata: perchè non mi sono presa su di me la responsabilità di cambiare. Ho lasciato che un’altra persona agisse al mio posto semplicemente placando i sintomi, ma ciò che davvero va estirpato è la causa di un disagio, e per eliminare la causa, ognuno di noi diventa il protagonista, il guerriero in prima linea. Il ruolo di un operatore che ti aiuta con il metodo attivo è fornirti arco e frecce, e anche uno scudo, starti a fianco ma mai agire al tuo posto.
Iniziare un percorso attivo di consapevolezza implica responsabilità personale, rispondendo alla domanda: “voglio mettermi in gioco assumendomi la responsabilità di ciò che accadrà in seguito alle mie scelte e mie azioni?“. Se la risposta è sì, andiamo avanti, un pò più nello specifico.
La responsabilità come difesa dagli attacchi degli altri
Dal corso di Difesa Psichica, portato avanti da una mia collega e amica Paola Bock ormai da qualche anno, è emerso il concetto della responsabilità come capacità di risposta (response-ability) a ciò che ci si presenta davanti. Non si tratta perciò della colpa, quindi una responsabilità macchiata da un giudizio negativo, ma di qualcosa di più elevato, nobile e audace. E’ il mio agire consapevole.
Essere responsabili nella propria vita significa essere presenti, ovvero osservare ciò che accade e agire di conseguenza seguendo le leggi universali. Una di quelle citate da Paola durante il corso è la legge dello Specchio, ovvero ciò che sento e vedo fuori è ciò che si trova dentro di me.
Parlando quindi di attacchi psichici (manipolazioni, invidie, condizionamenti) che sembrano provenire da altre persone, dovremmo, con responsabilità, chiederci che cosa dentro di me sta attraendo quella situazione.
Potrebbe essere per esempio che una difficoltà che stiamo attraversando e che attribuiamo come colpa a qualcuno fuori di noi, sia semplicemente una situazione attratta con responsabilità per vedere ciò che ci fa soffrire e poterlo così eliminare dalla nostra vita.
Eckhar Tolle scrive:
Il dolore è il martello degli Dei per spezzare una resistenza accanita nel cuore degli uomini.
Dopo questo primo aspetto, possiamo affrontare anche il tema del livello spirituale, che è direttamente proporzionale al livello di responsabilità personale.
Il ruolo del livello evolutivo negli attacchi psichici
Ogni essere esprime nella vita il proprio livello evolutivo attuale, la sua vita è specchio di ciò che ha conquistato spiritualmente. Chi non ha consapevolezza ( o non crede a tali leggi) del proprio livello agirà inconsapevolmente anche nel caso di attacchi lanciati. Essere invidiosi invia questo tipo di energia, se ne siamo consapevoli possiamo lavorare sul nostro senso di mancanza o di inadeguatezza, in caso contrario ci comporteremo in base al nostro livello evolutivo e quindi ci daremo alle chiacchiere malevole sulla persona oggetto della nostra invidia, caricandola di tale peso. Il punto di svolta è qui: se la persona che riceve il sentimento di invidia, non avesse essa stessa in sè quell’attitudine nei confronti di chi ha più successo (ad esempio) non rimarrebbe vittima dell’attacco. (Legge dello Specchio). Ecco perchè il percorso attivo, in cui ogni essere umano ha la possibilità di farsi domande e analizzarsi con presenza, è fondamentale per rimanere protetti in caso di attacchi, anche inconsapevoli.
Con un percorso attivo si raggiunge uno stato di sincera felicità, che ci carica di energia con la quale creiamo il nostro scudo infallibile agli attacchi.
Tradotto in magia?
In magia si parla spesso di malefici e per cercare di tenerli a bada sono state inserite un sacco di leggi morali che però non hanno niente a che vedere con l’energia e quindi neanche con la magia e il suo funzionamento. Se il mio livello di consapevolezza mi porta a fare del male a una persona nessuna legge morale mi restituirà il male, sono io in quanto essere di energia che attirerò una situazione simile a quella provocata agli altri proprio perchè interiormente sono sintonizzato su quel tipo di sentimento.
Avete mai sentito parlare della strage dei gatti nel medioevo perchè considerati malefici aiutanti delle streghe? Ebbene, come gli eretici anche i gatti furono bruciati, e sparirono come se fosse avvenuta un’epidemia. In seguito alla strage dei gatti, si diffuse la “morte nera”, ovvero la peste, verso la metà del XIV secolo a causa dei topi che avevano avuto la possibilità di riprodursi incontrollati per la carenza dei loro predatori naturali. Si calcola che morì di peste circa un terzo dell’intera popolazione europea tra i 20 e i 25 milioni di persone e probabilmente le persone attribuirono questo fenomeno al maleficio o come punizione morale. Perciò ti chiedo: secondo te, questo evento è stato prodotto da una legge morale in azione o è la semplice conseguenza di un’azione?
Ogni riflessione è ben accetta nello spazio per i commenti qui sotto all’articolo 🙂
A presto