Le erbe del solstizio

Come mai le erbe sono così legate al solstizio estivo? E come mai si parla di erbe tradizionali? Esploriamo con un breve articolo, questo momento così carico di magia!

Intanto sappiamo che i solstizi erano considerati delle porte; quello estivo era la porta degli uomini, che permette di entrare nel mondo materiale, mentre quello invernale era la porta degli Dei.

In quanto porte sono luoghi-non-luoghi, fuori dallo spazio e dal tempo,che non appartengono né ad una, né all’altra stanza (o forse ad entrambe?).

In Italia questo momento è conosciuto come festa di San Giovanni e viene festeggiato il 24 Giugno, data stabilita nel IV secolo d.C, in onore della nascita di San Giovanni Battista.

La notte di San Giovanni, come quella del Solstizio estivo sono state trasformate dalla tradizione popolare post medievale, in notti in cui i confini tra il mondo degli uomini e quello degli spiriti si avvicinano e gli spiriti vagano, infestando le case e le streghe volano verso il sabba per unirsi con il diavolo. Ma perchè?

Pensiamoci un attimo: il Sole che ha nutrito la terra in modo sempre crescente, ha fatto nascere piante e fiori utili nell’alimentazione e nella guarigione che possono essere finalmente raccolte e conservate. In questa attività erano molto impegnate le guaritrici, coloro che l’Inquisizione additò come streghe malefiche. In realtà si tratta delle Dominae Herbarum, di donne sapienti nell’uso delle erbe, che guarivano con le loro conoscenze e spesso entravano in contrasto con i nuovi medici ai quali sottraevano clienti paganti. Ecco perché il solstizio estivo è così legato alle streghe.

Ma c’è un altro motivo: immagina che in questo periodo prati e boschi vedevano queste donne impegnate nella raccolta, ricurve sul terreno, forse in gruppo cantando e ridendo. Un’immagine di gioia impertinente, tanto scomoda per i dogmi bigotti della religione cattolica. E così, dopo averle dipinte come malefiche in grado di uccidere (in effetti è vero anche questo, ma non era certo la loro attività principale, spesso davano sollievo nella malattia facilitando la morte o accompagnavano la fine della vita con dei riti in quanto la morte era un processo naturale da onorare al pari della nascita, ma in questo, occhi ignoranti, hanno visto cattiveria.) divennero veri e propri demoni che in questo tempo solstiziale infestavano i prati e i villaggi e dal quale era necessario difendersi con tutte le armi possibili.

Le Erbe di questo periodo perciò hanno cambiato il loro volto da “piante magiche” a “piante scaccia diavoli“. San Giovanni infatti era il santo messo a guardia di Streghe e diavoli e a lui erano consacrate piante e rimedi di protezione dal male.

In questo articolo ho inserito le informazioni più comuni sulle piante più famose di questo periodo, facilmente riconoscibili per la raccolta nel nostro territorio. Ho voluto inserire anche notizie di carattere folkloristico perchè anche da queste informazioni possiamo trarne i veri usi antichi di queste piante magiche.

 

Iperico

“Assicuravano essere tanto in odio ai diavoli che abbruciandone o facendone fomenti nelle case, essi subito se ne partivano”

Medico Durante, del 1600

E’ una delle piante che la Natura ci regala intorno al solstizio d’estate e proprio nella notte di San Giovanni (24 Giugno) veniva raccolta insieme alla rugiada). Da sempre usata come “scaccia diavoli” ovvero per la protezione sia dalle malattie sia dai demoni interiori.

E’ una pianta solare, si credeva infatti che accumulasse la forza e l’energia del Sole per poi rilasciarla negli infusi e nel famoso olio di San Giovanni, come viene chiamato in molte zone della campagna Toscana.

Come molte delle piante legate al Sole getta luce sulle ombre dell’anima, scaccia la malinconia e la paura e il suo olio era usato per dare fiducia e calore, usato anche sui bambini quando avevano bisogno di solarità e di fiducia. Paracelso lo colloca sotto l’influsso di Marte, capace di guarire le ferite, le bruciature e le infiammazioni.

Nella tradizione popolare si appendevano rametti di iperico alle porte per proteggere la casa e i suoi abitanti, o portato addosso. Piantarlo davanti casa era un modo per tenere lontane le maldicenze e il malocchio. Anche bruciarlo in casa la proteggeva dagli attacchi del male, e il suo profumo, simile all’incenso, gli conferisce tutta la sacralità di una pianta divina.

Il suo “sangue” che esce dai fiori sia strofinandoli, che se messi in macerazione, era considerato legato alla nascita e alla vita per poi diventare il sangue del santo protettore dal male, San Giovanni.

Qui trovi un articolo interamente dedicato all’iperico –> Witch’s basket: l’iperico


ARTEMISIA

“Le sue virtù sono tante quante le sue foglie.”

Wahalafrid Strabo, monaco del IX secolo.

L’Artemisia è una pianta legata alla Luna e al mondo femminile. Il suo nome infatti deriva dalla dea Artemide, che a sua volta ha radici ben più antiche con la Dea Artio, la dea orsa ( in gaelico gallese “orso” si dice Arth).

Nella mitologia questa pianta è donata dalla Dea alle donne per regolare il ciclo e aiutare nei parti.  Aveva anche l’uso abortivo, e di espulsione della placenta dopo il parto, ma anche quello di scacciare cisti dall’utero attraverso il decotto o il suo famoso vino in cui veniva macerata.

Veniva raccolta nella notte del solstizio, aspettando lo spuntare della Luna proprio per il suo forte legame con essa. Le corone di Artemisia venivano intrecciate per proteggere chi le indossava, infondendo un sentimento di gioia. Un rametto di artemisia portato in tasca serviva per proteggere nei viaggi e alleggerire la fatica. Qui vediamo come il suo legame con la Luna sia intriso in questa usanza: il momento in cui era necessaria maggior protezione era la notte, quando il cielo accoglieva la Luna e venivano infatti usate piante ad essa legate per proteggere i viandanti.

Santa Ildegarda la considerava anche utile per la digestione e la somministrava dentro a dei biscottini di farro, tritati poi finemente e somministrati mattina e sera a digiuno.

Le sue foglie tendono verso il Nord e per questo era considerata sacra e divina nonostante la sua estrema (infestante) diffusione.

Qui trovi un articolo interamente dedicato all’artemisia –> Witch’s basket: l’artemisia


VERBENA

Il suo nome ha una radice indoeuropea da cui deriva quella greca “Rhabdos” ovvero “verga” intesa come bacchetta ma anche come allusione ai suoi poteri legati all’amore e al vigore. E’ considerata infatti legata a Venere  e usata nella tradizione per creare incensi e filtri d’amore. Legata infatti ai matrimoni, gli sposi ne indossavano rametti sotto le vesti.

Si narra che le streghe la indossassero prima di volare al sabba per attrarre su di loro le attenzioni del diavolo e godere dei piaceri carnali. Divenne poi infatti associata alla Madonna e donata nelle Chiese nei giorni a lei dedicati.

Possiede anche proprietà legate all’ispirazione soprattutto nel nord Europa: i bardi infatti ne facevano delle corone per essere aiutati nella composizione dei loro canti o nella preveggenza.

Agisce sulla volontà, dissipando le incertezze, le sue foglie bruciate scacciavano i mali, l’acqua di verbena era usata per pulire la casa e le porte come atto protettivo.

Da ricordarsi sicuramente: cogliere la verbena con la mano sinistra porterà fortuna e gioia.

Qui trovi un articolo dedicato interamente alla verbena –> Witch’s basket: la verbena



Aglio

Un’altra comunissima pianta legata alle Streghe e poi successivamente usata contro di esse  è l’aglio a cui si attribuisce la proprietà protettiva se raccolto nella notte di San Giovanni. Come tutte le piante bulbose era attribuito alla terra e veniva in passato offerto alle divinità  legate ai morti come Osiride ed Ecate, per poi assumere il significato negativo di pianta legata al mondo dei diavoli, anche per il suo contenuto di zolfo, famosa sostanza che giunge direttamente dall’Inferno..

Tradizionalmente associata ai vampiri, nelle zone della Romania, coloro che erano sospettati tali venivano seppelliti con una testa d’aglio in bocca.

Un uso più tradizionale era quello di appendere trecce di aglio in casa, o alle porte delle stalle per proteggere gli animali e i raccolti dal malocchio.

Le sue proprietà curative erano note nei tempi antichi, era usato come antibiotico in Egitto nel tempo della costruzione delle piramidi.

Anche oggi ne conosciamo questa utile proprietà di combattere i batteri, e far guarire da febbri e infezioni, anche nel caso di morsi di animali selvatici attraverso un impacco di aglio macerato. Basti pensare che veniva usato come rimedio per la peste!

RUTA

“Herba de fuga demonis”

Una delle erbe delle Streghe più usate, insieme all’artemisia e alle piante magiche del “volo” venne poi considerata protettiva contro le Streghe per il suo forte odore. Nei processi gli accusatori ne portavano rametti sotto i vestiti.

Divenne così un’altra pianta consacrata a San Giovanni. Nel nord Europa i Celti la mettevano in casa per proteggersi dal male e dalle malattie, nelle stalle contro le pulci e fu un rimedio insieme all’aglio, contro la peste.

Era usata nelle carceri per tenere lontani  i topi e la diffusione di malattie.

Corone di ruta venivano messe sulle tombe per evitare infestazioni di spiriti.

Il suo uso popolare era legato al fatto che nessun insetto si avvicina a questa pianta ed era perciò utile nei raccolti, ma anche per tenere lontani animali selvatici bruciandola nei fuochi esterni.

Come l’artemisia era usata in tutti i processi femminili, dalla mestruazione all’espulsione della placenta dopo il parto.

Un effetto particolarmente caro alle Streghe, ma soprattutto a chi si rivolgeva a loro per avere dei rimedi, era la capacità di raffreddare l’uomo: “Nell’uom Venere affredda”. 

Questo effetto sarà stato sicuramente temuto dagli uomini, così come anche la capacità di ruta e artemisia di rendere le donne indipendenti di decidere se avere figli o meno. Queste due erbe, se trovate in mano a una donna erano spesso considerate una prova del fatto che fosse una strega.

Qui trovi un articolo interamente dedicato alla ruta –> Witch’s basket: la ruta

Molte altre sono le piante di questa magica notte, menta, lavanda, sambuco, nocciolo, solo  per citarne alcune. Ho preferito concentrarmi su quelle più famose e come sapete, su quelle facilmente riconoscibili e rintracciabili allo stato selvatico così che possiate divertirvi a raccoglierle nella notte del solstizio estivo. Nel blog trovate tanti altri articoli sulle piante da raccogliere in questo periodo.

Ti auguro una felice festa di Mezza estate!

*Fonti
Miti e magia delle erbe – Maria Immacolata Macioti
Le erbe delle streghe nel medioevo – Rosella Omicciolo Valentini

Lisa

Ricercatrice spirituale, artigiana, figlia degli Spiriti...

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